JAZZ / ETNICA


Antonello Salis e Baba Sissoko – (Foto di Paolo Sacchi)

 

“Un sardo e un africano sono fratelli”
10 febbraio 2018 –  Teatro Studio Borgna (Auditorium Parco della Musica)

 

LIVE REPORT – Sabato 10 febbraio c’era la finale del Festival di Sanremo ma abbiamo preferito assistere al concerto in duo di Antonello Salis e Baba Sissoko, la sala era gremita e crediamo di aver fatto la scelta giusta.

Antonello Salis è uno dei più grandi jazzisti italiani, non solo pianista e fisarmonicista ma un musicista totale, che suona spesso il piano (preparato con pentole e altri oggetti) con le bacchette come fosse una batteria e pizzicandone le corde come fosse una chitarra, per poi passare con la stessa naturalezza e maestria a tastiere e fisarmonica. Baba Sissoko è un polistrumentista del Mali che suona il tamani (tamburo parlante o talking drum) e lo n’goni (strumento a corde simile alla kora), percussioni e piatti in un tripudio di ritmi, oltre a cantare, perché viene dalla famiglia dei Griot (cantori e poeti dell’Africa occidentale).


(Foto di Gianni Cataldi)

“Un sardo e un africano sono fratelli”, dice Sissoko, quello che li unisce sono l’amore per la musica e il ritmo, l’approccio fisico allo strumento, l’interplay (suonare insieme e venirsi incontro tra gli strumenti), improvvisare facendo in modo che la musica sembri scritta anche se non lo è, e quella di stasera era tutta musica inedita, o quasi. Alla fine del concerto Baba intona Ebi (Nari Yo), un inno alla natura, racconta la sua storia (ogni anno viaggia col nonno, 3 cavalli e gli strumenti) e ringrazia le donne della sua vita (vive in Calabria), dice che la musica è sempre considerata un inno alla pace, ovunque nel mondo. (Alessandro Sgritta)

(Foto di Rocco Crudele)

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