JAZZ / POP


Chiara Padellaro – (Foto di Sara Bonessio)

I superpoteri e la buona musica ci salveranno!

 

di Teri & Scimemi

RECENSIONE – A Roma la musica è di altissima qualità e di livello internazionale. Non è una scoperta, bensì una conferma! Provate ad ascoltare Acqua, ultima incisione (aprile 2018, n.d.r.) della cantante jazz romana Chiara Padellaro. Nella Città Eterna ci sono giovani di talento, musicisti di caratura internazionale, di eccelsa bravura sullo strumento e dall’elevatissima capacità di arrangiare, insieme a tecnici di matura esperienza. Ne è la riprova l’ultimo prodotto musicale di Chiara Padellaro che, dopo l’EP Chiedimi chi sono, pubblicato un paio anni fa, continua superbamente con Acqua, registrato negli studi di mmFACTORY ed edito da Filibusta Records.

Si tratta di un disco vario nei generi musicali e negli stili, ricco di citazioni ed ispirazioni, da Herbie Hancock a Jamiroquai, con un omaggio anche a Bob Marley, nel quale la capacità di trasmettere sensazioni ed emozioni si amplifica a dismisura, segno dell’esordio talentuoso nel ‘lungo formato’ della giovante cantante e autrice.
I testi delle dieci tracce sono molto ricercati: Testardi sognatori, arricchita dalle sonorità di un solo di flicorno, è una splendida trasposizione dei giorni nostri, vissuta sulla leggerezza dell’oscillare di un’altalena che sospinge, noi testardi sognatori, nel difficile equilibrio tra la precarietà e la quotidianità, riuscendo a cavarcela “con dei superpoteri – con i quali, n.d.r. – moltiplichiamo i sogni e trasformiamo l’ansia in un divertissement”.

Acqua, la canzone che dà il titolo al disco, è un brano ricchissimo di citazioni, racchiuso tra funky, acid jazz e pop. Nelle note dell’introduzione ricrea atmosfere anni ’70 che ci fanno quasi attendere, da un momento all’altro, l’arrivo della sirena della polizia come nel tema di Starsky & Hutch. Nelle sonorità si contraddistingue per la presenza decisa del basso elettrico di Giuseppe Salvaggio e del piano elettrico, caratterizzato da un appropriato timbro sporco, di Danilo Blaiotta, entrambi membri fissi della band della Padellaro. Si aggiungono all’arrangiamento una sezione di fiati al completo, con Luca Padellaro ai sax e Francesco Fratini alla tromba, insieme all’energica e dinamica batteria sapientemente suonata da Marco Tardioli.   

Un piano acustico introduce Logiche trame che, in un colpo solo, ci catapulta in atmosfere da fumoso locale in cui la blue note è padrona. Un luogo zeppo di tavolini, denso di inebrianti sigari e odore di whiskey dove Chiara e la sua band sono sul palco. Il contrabbassista fa scivolare le note sulla tastiera fretless del proprio strumento, producendo quel suono caratteristico e nasale che si sposa sempre con le spazzole sul rullante usate per l’occasione dal batterista, creando, così, un’alchimia che fa impazzire il pianista, quindi le dita planano in un splendido assolo ricco di dissonanze, con tanto di calcio allo sgabello, superato soltanto dal magistrale scat irradiato dalla calda voce della cantante.

Un intero album metafora di cambiamento: “Come l’acqua cambia stato, io comincio a evaporare, mi disperdo nell’azzurro come pioggia, poi ritorno e scivolo nel mare blu”. Perché la buona musica ci salverà, basta avere la fortuna di incontrarla e scoprirla.
Signore e Signori, in piedi: standing ovation per Chiara Padellaro.

Chiara Padellaro – Acqua
(Filibusta Records, 2018)

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