TRIP HOP / PROGRESSIVE

Archive – (Foto di Nael Manuela Simonetti)

Un’onda sonora che colpisce in pieno petto

12 luglio 2017 – Ex Dogana | Viteculture Festival

LIVE REPORT – Un bel concerto dovrebbe sempre dare questo: la sensazione di respirare aria fresca e pulita dopo esser stati per tante ore in mezzo al traffico. È quello che ho provato il 12 luglio nella cornice inaspettatamente affascinante dell’Ex Dogana, quando a suonare durante una delle serate più interessanti offerte dal Viteculture Festival sono stati gli Archive.

Il gruppo inglese, che spazia dal trip hop al rock progressivo passando per l’elettronica, ha trovato ad attenderlo un pubblico non troppo numeroso, nonostante questa fosse l’unica tappa italiana del summer tour, ma pronto a mostrare il proprio entusiasmo e la propria accoglienza, in particolare per i pezzi storici che non sono mancati, come Bullets e Fuck U.

La cura per i dettagli è stata la vera protagonista di questo live: uno schermo che proiettava immagini varie, sia di repertorio che della band sul palco, le luci che sembravano un tutt’uno con le emozioni che ogni brano si proponeva di suscitare, il suono che usciva limpido, diretto e potente dalle casse. E tutto questo (suoni, luci, immagini) si mescolava e scorreva attraverso il carisma che ogni singolo componente del gruppo ha emanato dalla prima nota fino alla chiusura, coinvolgente e quasi ipnotica, con Numb.

L’ultimo album, The False Foundation, è stato il protagonista della scaletta di quest’ora e mezza di concerto, e si è dimostrato in grado di coinvolgere il pubblico, soprattutto con un pezzo come Bright Lights, che ha quietato e dilatato le sensazioni forti date dall’esecuzione della precedente Bullets, come se a distanza di otto anni il gruppo avesse trovato il modo di continuare lo stesso discorso, ma con altri toni e modi.

Quasi non ci si è accorti di essere arrivati alla fine, tant’è che quando il gruppo ha concluso e si è accomiatato, nessuno voleva crederci e, nonostante lo staff stesse già smontando la strumentazione, c’era ancora qualcuno che continuava a gridare “fuori!”, probabilmente per sperare in un bis di boccata d’aria fresca e di musica suonata con passione e amore. (Ilaria Pantusa)

 

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