Cantautorato

Manel Rodriguez

Manel Rodriguez – (Foto di Marco Portanova)

 

Quando una voce ha qualcosa da dire

13 aprile 2017 – Na Cosetta

LIVE REPORT – Prima del concerto a ‘Na Cosetta, abbiamo incontrato Manel Rodriguez nella nostra sede, Lester | Music Area, per un’intervista che pubblicheremo a breve. Chiedendole del suo disco in uscita, lei ci ha parlato di una maturazione nuova e di scelte stilistiche precise che l’avrebbero, tra le altre cose, portata a modulare la propria voce in maniera differente da quanto ascoltato nel suo primo ed unico EP omonimo. Sarebbero venute un po’ meno, sempre a suo dire, i tratti ‘infantili’ del suo cantato che tanto ci avevano colpito. Se non lo avete fatto prima, leggete qua e capirete.

Ci siamo avvicinati all’esibizione con un misto di curiosità ma anche timore, perché quei tratti puerili erano parte fondante del fascino che aveva provocato in noi il suo cantato.
In un ambiente rilassato e familiare, Manel si è accomodata apparentemente timida, ha piazzato le sua dita sulla tastiera della chitarra con una decisione sconvolgente, ha richiamato l’attenzione sulla sua esibizione ove necessario, ha fatto librare la sua voce fra i tavolini imbanditi de ‘Na Cosetta.

Una veste lirica, inedita, in effetti, avvolge le sue nuove composizioni, quelle ed uniche proposte in questo concerto. Siamo già ad uno strappo deciso col passato? Può darsi. La sostanza c’è, però. A quanto pare la ragazza berlinese ha scelto di conferire più respiro alla sua voce, perdurando sull’intensità ed una profondità a lungo termine, in modo da dare tempo e spazio a nuove melodie ‘sub terrene’. Persiste anche una certa componente psichedelica, risultante naturale di tale inedita ariosità.

Parliamo di una forma canzone che spinge sull’interiorità e alla cui riuscita, oggi, contribuisce con gusto e eclettismo il compagno di viaggio della Rodriguez, Shoan, che colora, contrappunta e sorprende: maschera con la sua chioma uno sguardo da regista, che di tanto in tanto alza oltre la sua postura da tutt’uno con lo strumento.

Che sia quello attuale un passaggio di un percorso che le auguriamo lungo, è evidente, ma se parliamo di una presunta perdita dell’innocenza, siamo sicuri che sia cosa buona e giusta? Va bene aggiungere ma perché rinunciare? Una verità c’è ed è la seguente: come lei, anche noi aspetteremo e non avremo fretta, perché una maturazione piena giunge con la chiusura di un cerchio, che vorrà dire non perdere niente di quanto si è vissuto, umanamente e musicalmente, recuperando tutto, dall’inizio. Nel frattempo attendiamo il nuovo album, consapevoli che, ad ogni modo, il viaggio prospettatoci rimane molto interessante. (SEO)

 

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