POP


Presidenti a Tempo Perso

Una strada da cercare e ricercare

 

di Ilaria Pantusa

RECENSIONE – Anticipato dal video di Attico, uscito circa un anno fa e prodotto nello studio Impronte Records, è proprio in questi giorni che vede la luce Crepa, cuore, il primo EP dei Presidenti a Tempo Perso, giovane band alt/folk romana sulle scene da qualche anno.

Per poter comprendere pregi e difetti di questo primo disco, prendiamo a titolo esemplificativo uno dei brani più elaborati, sia dal punto di vista degli arrangiamenti che da quello del testo: Rottami (e Rottami – Reprise). La canzone parla di quello che si immagina possa accadere in seguito ad un incidente avvenuto per un colpo di sonno, e sono tre i momenti che si alternano, da quello che lo precede fino a quello della corsa in ambulanza. Gli arrangiamenti orchestrali cercano di creare un’atmosfera suggestiva e notturna, mentre il testo, senza troppe metafore e giochi retorici, racconta l’episodio dal punto di vista della vittima. E la parola chiave per descrivere questo lavoro è proprio “cercare”. Dopo un inizio davvero ben calibrato e che fa ben sperare con Preludio, le aspettative non fanno altro che crescere e poi spegnersi di canzone in canzone, anche all’interno di uno stesso pezzo.

I Presidenti a Tempo Perso, infatti, cercano di raggiungere un risultato che però sembra non essere del tutto alla loro portata. Spesso gli arrangiamenti si risolvono in una pomposità che risulta fuori luogo, portando le canzoni a perdere quella tensione emotiva che in alcuni punti sembra quasi che abbiano finalmente raggiunto. È proprio il caso di Rottami, ma lo stesso si potrebbe dire di Attico. C’è sempre qualcosa a livello compositivo che stona con i passaggi melodici precedenti oppure con quelli successivi, mentre la voce rimane su un livello espressivo tendenzialmente piatto, come se faticasse ad accompagnare gli altri strumenti e a farsi strumento essa stessa. Tutto ciò ha come ulteriore conseguenza quella di portare tutti i brani ad assomigliarsi.

I testi, forse eccessivamente elementari, mancano di quel guizzo immaginifico che li aiuterebbe a fare quel passo in avanti verso l’equilibrio che nel songwriting si cerca, ma non si ottiene. È come se, in primo luogo, più che le idee, che indubbiamente ci sono, mancasse una vera e propria visione di insieme per poterle realizzare, tanto da far pensare che questo disco altro non è che un primo timido passo verso la ricerca di un suono e di una strada in cui immettersi per poter sperimentare.

Quello che sembra servire ai Presidenti a Tempo Perso è una ulteriore limatura di ogni fattore che concorre a creare il suono, l’idea della loro musica e, infine, il concetto stesso di disco. Qualcuno, insomma, che lavori con attenzione alla resa delle voci, agli arrangiamenti, all’amalgamarsi di questi ultimi con le parole, fino a far sì che non si esca più fuori strada, raccogliendo quell’energia che di certo non manca, ma che ha bisogno di indicazioni precise per trovare il modo giusto di esprimersi.

 

Presidenti a Tempo Perso – Crepa, cuore
(LaChimera Dischi, 2018)

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