RAGGAMUFFIN/HIP HOP

99 Posse

99 Posse

18 luglio – Eutropia Festival
Una realtà viva e pulsante: la rabbia degli esordi non si è estinta

Abbiamo imparato, nel corso degli anni, che rimanere neutrali è un esercizio facile, sterile e vigliacco. Bisogna schierarsi, sostenere le proprie idee con le unghie e i denti, con coerenza ed orgoglio. Sostenere la Giusta Causa politica, sociale e, sì, anche musicale (e noi, nel nostro piccolo, stiamo cercando di farlo) con tutta la forza che si ha in corpo.

Un fulgido esempio di quest’attitudine ce lo hanno sempre fornito i 99 Posse, che in 25 anni di carriera non sono mai arretrati di un passo, nonostante le beghe interne, i problemi di droga e le rogne dovute ad un costante atteggiamento di rabbiosa indignazione verso le diseguaglianze sociali, gli abusi di potere dello Stato e delle forze dell’ordine mischiato ad un radicale antifascismo: un tempo lo chiamavano Comunismo. Una strada tracciata con forza già dal formidabile esordio Curre Curre Guagliò (1993), fervente invettiva su metriche raggamuffin che denunciava un disagio sociale che, con il senno di poi, sarebbe stato destinato soltanto a peggiorare.

Pur rimanendo fedelissimi alla propria ragione sociale, nel corso degli anni i 99 Posse hanno saputo evolversi musicalmente, con collaborazioni con personaggi come Bisca e Daniele Sepe e, soprattutto, con l’inserto in formazione di Meg, cantante dalle doti sopraffine e dalla personalità magnetica, che ha saputo traghettare il gruppo attraverso sonorità elettroniche, tra la jungle e la drum n’ bass, in dischi come Corto Circuito (1993), e La Vida Que Vendrà (2000).

All’inizio degli anni duemila, la storia dei 99 Posse sembrava finita: tra l’abbandono di Meg ed i problemi di droga di Persico, ma, quasi miracolosamente, i nostri sono tornati nel 2011 con Cattivi guaglioni, che riprendeva le fila del discorso esattamente da dove era stato interrotto. Oggi, i 99 Posse sono ancora una realtà viva e pulsante e ne danno prova volta per volta con infuocate esibizioni dal vivo, in cui la rabbia degli esordi è ancora ben lungi dall’estinguersi: un sentimento che “arde e freme” perché, quando si parla di persone del genere, “un onesto stare a galla” non è minimamente concepibile. (Angelo D’Elia)

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