Dub / Trip Hop

Almamegretta

Almamegretta

17 Dicembre – Teatro Quirinetta
Un esperanto capace di abbattere le barriere culturali

Il Teatro Quirinetta si riconferma meta privilegiata per gli estimatori della musica nostrana, dove per ‘musica’ s’intende l’accezione più alta del termine, quella con la M maiuscola, quella che purtroppo (o per fortuna) non popola le classifiche, ma che riesce a dare una spinta in più alle nostre vite.

Certamente gli Almamegretta, a noi e voi divoratori di musica di qualità, qualcosa, nel corso di una ormai ventennale carriera, l’hanno sicuramente lasciata.

Esisteva, negli ormai lontani anni ’90, una pulsante scena musicale che faceva base a Bristol, che mischiava in un unico calderone la poesia della strada dell’allora emergente scena hip hop, le ritmiche ed i groove slabbrati del dub giamaicano più rilassato e meditativo, ed una certa propensione all’elettronica d’atmosfera, che campionava archi e chitarre per ricreare suggestioni spiccatamente noir.

Questa breve ma felice parentesi prendeva il nome di trip hop, e gli Almamegretta furono coloro che, in Italia, riuscirono ad importare quegli stilemi, rileggendoli in salsa del tutto personale e per questo riuscendo ad avere vita più lunga e più prolifica dei coevi modelli di riferimento britannici (citiamo i Massive Attack su tutti).

Se infatti la ricetta è la stessa, sono gli ingredienti a dare un sapore del tutto unico alla musica degli Almamegretta. L’atmosfera non è quella claustrofobica e cittadina, lo sguardo spazia verso il sud del mondo, verso un medioriente di cui la voce e la presenza carismatica di Raiz si fanno interpreti e mediatori.

Il dialetto napoletano, nell’ipnotico salmodiare di Raiz si fa lingua quasi incomprensibile eppure universale: un esperanto capace di abbattere le invisibili (ma enormi) barriere culturali; un messaggio mai così attuale come in questi ultimi tempi.

Nella serata del 17 vedremo gli Almamegretta in una veste essenziale: nessuno strumento, solo macchine e samples, che ci catapulteranno in un vorticoso cut n’ paste in cui reinterpretare tutto il meglio del loro repertorio con un occhio di riguardo alla miglior club culture contemporanea. (Angelo D’Elia)

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