POP ROCK

carmen consoli

Carmen Consoli

10 Settembre – Eutropia Festival
Un atteso ritorno, mentre lo sguardo si fissa sul presente

Che anche nel variegato mondo del pop rock ci si riesca a svincolare dai più radicati cliché legati a semplicità di scrittura, facile ammiccamento e eccessiva orecchiabilità, è ormai cosa nota e di esempi a sostegno se ne potrebbero fare a decine. Questa impressione si riconferma anche nel più ristretto cortile della musica italiana, nonostante un certo provincialismo faccia spesso credere che qui da noi si faccia un po’ storia a parte.

E invece eccoci qui a parlare di una cantautrice di tutto rispetto, ormai celebre e matura, che di presentazioni o tentativi di persuasione non ne avrebbe certo bisogno, visto che i grandi palchi italiani li frequenta da ormai ben due decenni. Lei è Carmen Consoli, professione ‘cantantessa’, come simpaticamente è stata soprannominata tanto tempo fa.

Catanese doc, l’autrice è ormai da alcuni mesi in tour in lungo e in largo per la penisola (a Roma suonerà il prossimo 10 settembre all’interno dell’Eutropia Festival di Testaccio) ad accompagnare il suo nuovo lavoro discografico, L’abitudine di tornare. E di vero e proprio ritorno si tratta per Carmen Consoli, visto il temporaneo abbandono delle scene avvenuto ormai 5 anni fa.

Da allora, come ha spesso ribadito lei stessa nelle interviste recenti, qualcosa di grosso è successo. Da un lato un lutto, quello del padre, ma sulla sponda opposta la nascita del suo primo figlio. Fra questi due estremi, entrambi con ripercussioni evidenti nei nuovi brani, una serie di eventi più o meno vicini nello spazio e nel tempo, a dimostrare – come dicevamo all’inizio – che c’è molto da dire anche in questo pop (seppure di chiaro impianto cantautorale) su ciò che avviene nel mondo.

Temi come il femminicidio (La signora del quinto piano), la mafia (Esercito silente), l’omosessualità (Ottobre) o il dramma dei migranti nel Mediterraneo (La notte più lunga) fanno de L’abitudine di tornare un lavoro profondo, perfettamente calibrato sul presente e, se ancora ce ne fosse bisogno, testimonianza viva del grado di maturità raggiunto da questa cantantessa armata di chitarra. (Marco Pacella)

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