AFROBEAT / WORLD

C'mon Tigre

C’mon Tigre. immagine di Gianluigi Toccafondo

20 luglio – Roma incontra il mondo
La Tigre a Roma… e non in gabbia!

I C’mon Tigre recuperano il concerto annullato il 18 giugno scorso, salendo sul palco di Villa Ada lunedì 20 luglio, in compagnia il duo inglese dei Public Service Broadcasting che, con la loro mistura di alternative rock ed elettronica, propongono un art rock suggellato dai video tratti da vecchi public information films (cortometraggi educativi commissionati dai governi USA e UK a partire dagli anni Quaranta), materiale d’archivio e pellicole di propaganda, per dei live set unici e stranianti. Lo scorso Febbraio è stato pubblicato il secondo disco del duo, The Race For Space, seguito del già fortunato esordio, Inform-Educate-Entertain (2013).
Il ‘recupero’ dei C’mon Tigre rimane, a nostro avviso, il fulcro della serata.

Sempre più spesso nascono progetti legati in qualche modo alla musica etnica. Tra i tanti, uno dei più particolari e stimolanti dell’ultimo periodo è quello dei C’mon Tigre. Non una band ma un collettivo di anime (come loro stessi amano definirsi) di cui si sa poco o nulla, se non che si tratta di un progetto in continuo movimento.

Nato dall’incontro di due persone di cui non si conosce l’identità, si è arricchito (e si arricchisce di volta in volta) di tante e nuove anime, ognuna delle quali porta la propria esperienza musicale e le proprie influenze. E si sa, quando si è in tanti e si hanno vedute così larghe, la contaminazione reciproca è dietro l’angolo e può solo essere un bene. Del resto, non è importante sapere da dove veniamo o a chi potremmo essere simili; la cosa che più conta è pensare che non esiste un solo luogo dove stare, ma molti; non esiste una sola faccia, ma una moltitudine.

Avrebbe dovuto far parte del progetto anche Enrico Fontanelli (Offlaga Disco Pax), se non avesse lasciato questa terra troppo presto. Con lui il viaggio è comunque inziato e la sua impronta è ben evidente. Un viaggio che parte dall’Italia per andare in Marocco, poi in Libano per poi spostarsi nel Nord Europa e ancora in Sud America.

Ecco, quindi, che dall’incontro di questi artisti, nasce il primo omonimo lavoro in studio che si intuisce subito non essere semplicemente un album; quella che ci troviamo davanti è una raccolta di storie (e dei personaggi che ne fanno parte) il cui filo conduttore è la musica. Suoni basati su riff ripetitivi ed ipnotici su cui si sviluppano trame arabe, afro, jazz e chi più ne ha più ne metta. Tutto arricchito dalla presenza di struggenti voci che si alternano e si sovrappongono.

Dopo esserci gustati il disco dei C’mon Tigre, il fatto di trovarli in concerto a Roma è come un richiamo della foresta. E si sa, quando la Tigre ruggisce, tutto il resto tace ed ascolta estasiato, in una location che più appropriata non si potrebbe: immersi nella natura incontaminata di Villa Ada, con la classica calura estiva, ascoltare musica iper contaminata sarà davvero il massimo. (F.DiG.)

Pin It on Pinterest

Share This