IL FUNK

George Clinton

George Clinton

01 Agosto – Eutropia 2015
Free your ass, and your mind will follow

E’ difficile trovare al giorno d’oggi una figura più influente per la musica black di Mr. George Clinton. ‘Primo ministro del Funk’, oppure ‘Re del Funk interplanetario’, sono tanti i nomi con cui il signor Clinton è stato acclamato nel corso delle decadi, una serie di epiteti più che meritati per colui che si è praticamente inventato il sound della black music moderna.

Ha mosso i suoi primi passi nell’ambito del doo wop, nei primi ‘60, fondando i The Parliaments, complesso di medio successo ma che lasciava già intravedere la grandezza che sarebbe venuta. Tanto che, per qualche anno, si guadagnò il pane scrivendo pezzi per la Motown Records, storica casa discografica (per chi non lo sapesse) artefice di quel sound unico che avevano Marvin Gaye o i Temptations, e a cui il nostro George diede più che una semplice spintarella.

La vera rivoluzione, però, è arrivata sul finire dei ‘60. James Brown stava portando in alto la bandiera del funk, ma, tutt’intorno, una nuova ondata di suoni ed esperimenti psichedelici stava emergendo ed il Nostro, da vecchia volpe qual era, decise di unire le due cose, rendendo il funk… funkadelico. Funkadelic uscì nel 1970: ritmiche incalzanti e bassi grondanti sesso sostenevano distorsioni ed incursioni chitarristiche memori dell’Esperienza hendrixiana. La prima pietra era stata gettata.

George, difatti, è andato oltre: perché non prendere Tutto lo scibile della musica nera esistente, mescolarlo e spararlo dritto verso le stelle? Questa fu la missione dei Parliament, in cui il funk sconfinava nel soul, il blues nella psichedelia, il tutto influenzato dal free jazz di Ornette Coleman. Questo ribollente calderone prese il nome di PFunk (dove P sta per pure), esportato in giro per il mondo con esibizioni al limite del collasso fisico, con lunghissime suite all’insegna dell’improvvisazione ed impianti scenografici faraonici che richiamavano un certo immaginario sci-fi.

L’eredità di George Clinton è arrivata fino ai giorni nostri, quasi tutto l’hip hop primigenio ha saccheggiato a man bassa dai groove contenuti tra i solchi di una discografia ormai sterminata. L’astronave di Clinton atterrerà il primo agosto all’Eutropia Festival, ci sarà da divertirsi. (Angelo D’Elia)

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