FOLK ROCK

Bandabardò


Lester incontra il capo famiglia Erriquez, sul palco di Villa Ada
25 anni di ‘festa consapevole’: si balla, si canta e si gioisce; tutti insieme

di Angelo D’Elia

INTERVISTA Un quarto di secolo di attività celebrato lo scorso anno, dieci dischi all’attivo, una ormai incalcolabile quantità di live in giro per l’Italia e per il globo: questi i numeri della Bandabardò, e fanno impressione. Soprattutto se si pensa che questa folle (ma assolutamente non sgangherata) compagnia è rimasta unita per tutto questo tempo, come se fosse il primo giorno. Alla Bandabardò il termine ‘band’ non può che star stretto, loro sono una vera e propria famiglia.

Una famiglia che pone le fondamenta della propria unione sulla diversità, sulla contaminazione, sull’abbracciare ed inglobare diverse influenze e culture, è questo che rende la loro musica così unica e riconoscibile, una musica che sfugge a qualsivoglia definizione o categorizzazione di genere. Una famiglia enorme, che si allarga anche a chi si trova dall’altra parte del palcoscenico e che vive i loro concerti come una festa, una rimpatriata tra vecchi compagni, dove si beve, si balla, si canta e si gioisce tutti insieme, appassionatamente.

Abbiamo parlato di tutto ciò (e di altro ancora) con Enrico Greppi alias Erriquez, il condottiero, il capo famiglia, sul palco di Villa Ada. In un anno in cui il titolo ‘Roma incontra il Mondo’, che da sempre definisce il festival, diventa più che mai un’affermazione forte ed una dichiarazione d’intenti che in tempi come quelli che viviamo, va sostenuta e condivisa, proprio come la Bandabardò ha sempre fatto.

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