METAL

Kamo, El Santo e Alex per gli Helligators – foto di Giovanni Marotta


Parola d’ordine: “Pedal to the Metal”
Lester incontra gli alligatori romani per la presentazione di Hell III all’Orion: niente giri di parole, solo la nuda e cruda verità

 

di Pietro Doto

INTERVISTA – Realisti, schietti, concreti. Soprattutto, Massicci. Gli Helligators si confermano per come li avevamo conosciuti, per ciò che sono. Un treno sferragliante e tutto fiamme, pochi fronzoli (solo per i superficiali, in verità) e tanto dell’anima.
Il loro secondo lavoro, Road Roller Machine, per il sottoscritto fu amore a prima vista; oggi, con Hell III, il treno s’è fatto cargo e, che siate un segno di terra o uno d’aria, poco importa, la qualità è ancora elevata, come confermato anche dal nostro Federico Ciampi in sede di recensione.

I ragazzi hanno scommesso contro il tempo, ‘indurendo’ il sound e sfornando un disco più impegnativo, per l’ascolto a livelli vergognosi, data la capacità di concentrazione moderna – epperò scandalosa quest’ultima. Chi ha abbastanza primavere sulle spalle comunque sa e sa che laddove c’è più fatica è custodito il massimo del piacere.

Così, pedal to the metal, appunto, la troupe di Lester ha raggiunto il gruppo in occasione della presentazione ‘cittadina’ di Hell, incontro che ha fruttato un gran bel live report all’Orion di Ciampino. Prima dell’esibizione, però, avevamo sottoposto le nostre piccole torture a Kamo, El Santo e Alex.
Stato di salute? Esemplare, come può esserlo solo l’ottimismo battagliero (…), e in tutti i reparti toccati: nello stato musicale di Roma e in quello del genere metal, così come nel rapporto con il proprio lavoro e con i colleghi; and more. Come in poche altre occasioni possiamo dirci davvero sazi delle reazioni.
Di seguito, la passione a portata di mano. Fiamma che diventa fuoco.

 

Pin It on Pinterest

Share This