ROCK


Profusione

Il trio romano iper-rock suona Metabolizzare per LESTER
Di seguito la canzone che dà il titolo al loro ultimo EP, riproposta fra mura amiche, e una breve ma efficace intervista al gruppo

Intro di Pietro Doto
Intervista di Marco Pacella

INTERVISTA Chi sono i Profusione? Fabrizio Sola (chitarra e voce), Rey Noman (basso e cori), Oscar Capodilupo (batteria). 3 unità e un unico intento: il suono della passione e della perseveranza. Come per ogni buon luogo comune che si rispetti, a furia di sentirselo dire, si rischia di perdere ogni senso e pure l’orientamento. Lester è qui anche per evitare che ciò accada.

Di Rock, nudo e puro, si parla: davvero come il buon vino, proprio come una carbonara fatta come si deve, accuratamente selezionata dopo aver buttato all’aria quattro pagine di menù assortito, elaborato e, soprattutto, ben confezionato. E scusate voi stessi se tali paragoni non soddisfano la vertigine poetica cui siete abituati, fra i tramonti di palma e la sabbia che non scotta e in cui è così irresistibile impantanarsi, al giorno d’oggi.

Di basi si parla, lì dove, gira e rigira, ci ritorni di continuo perché proprio di quelle, no, non se ne può e non se ne deve fare a meno. Il nuovo mondo sonoro dei Profusione è una casa riassettata per essere nuovamente messa sottosopra e riscoprire che per tornare bambini basta un gesto.
“I Profusione mostrano adesso una presenza sonora e una cura negli arrangiamenti che fanno di Metabolizzare l’EP che ci sentiremmo di consigliare come primo approccio – per eventuali nuovi ascoltatori – alla band. Perché all’interno ci sono tutti gli ingredienti, nelle dosi esatte”. (Marco Pacella)

Dopo la pubblicazione del recente e vigoroso Profusione “Metabolizzare”, abbiamo incontrato il gruppo nel suo habitat, abbiamo strappato una riproposizione della tracklist e discusso di alcune questioni. Tutto di seguito: guardate, leggete e ricordatevi, quando incrocerete il loro nome nel nostro Calendario Concerti, che dai ragazzi avrete proprio ciò che cercate.

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Dopo alcuni anni dall’ultimo album lungo, avete scelto con Metabolizzare di pubblicare un EP. Com’è nata l’idea? È una scelta espressiva quella della scaletta breve?
Dopo Nessuna rivoluzione in arrivo e dopo i relativi concerti che ne hanno seguito l’uscita, ci siamo fermati un attimo a riflettere su quale potesse essere il passo più giusto da fare e quali obiettivi porci per il futuro. Abbiamo deciso di registrare un EP che potesse rappresentare al meglio il nostro sound e la nostra ‘anima’ e di sottoporlo poi a varie etichette per vedere se poteva nascere qualcosa. Il risultato è stato molto gratificante, perché siamo stati contattati da varie strutture che ci hanno offerto di iniziare una collaborazione. Tra tutte abbiamo scelto la Seahorses, che a livello di proposta era quella che si avvicinava di più alle nostre esigenze. A quel punto abbiamo deciso di mantenere e di uscire con il prodotto così com’era. Anche se più breve di un album tradizionale, siamo convinti che sia un lavoro completo.

In un brano del nuovo album cantate: “Oggi sorrido dei demoni che combattevo a 20 anni”. Proprio gli anni che sono passati dalla nascita dei Profusione. Qual è il rapporto col passato e cosa pensate sia davvero cambiato – almeno a livello musicale – in questi decenni?
Per farsi un’idea dei cambiamenti a livello musicale basti pensare che il primo demo dei Profusione lo abbiamo registrato su cassetta! E oggi a distanza di una ventina d’anni (non un secolo quindi!) mia figlia di 9 anni non sa neanche cosa sia! Dal 1999 a oggi il cambiamento più grande a cui abbiamo assistito è soprattutto quello legato alla tecnologia, che ha investito ogni ambito, compreso, ovviamente, quello artistico. Oggi è molto semplice registrare un buon prodotto anche senza andare nel mega studio di registrazione, ad esempio. E poi ci sono i social… siamo partiti con My Space che già sembrava una rivoluzione, e se ci pensi oggi sembra una cosa già vecchia. Oggi la musica è a disposizione di tutti, in brevissimo tempo, e le proprie produzioni si trovano sulle piattaforme mondiali con grandissima facilità.
Se poi tutto questo si tramuti in un vantaggio reale e concreto è tutto un altro discorso che sarebbe troppo lungo affrontare e sul quale personalmente sono un po’ scettico. Per quanto riguarda l’aspetto artistico, cosa dire? Ogni periodo ha il suo stile e il suo ‘suono’. Ora è il periodo dei cantautori, della trap, del rap ed è giusto così, sono le proposte che rispecchiano i gusti della maggioranza dei fruitori, soprattutto i più giovani. Personalmente ascolto tutto, ci sono delle proposte valide, altre che cavalcano l’onda… vediamo se qualcuno saprà resistere al tempo che passa! Di sicuro il rock è finito un po’ in secondo piano… ma le chitarre distorte torneranno… come sempre del resto!

Nell’ultimo EP c’è spazio anche per una cover italiana, L’importante è finire di Mina. Come vedreste i Profusione alle prese con un brano trap?
Ogni volta che buttiamo giù idee per fare delle cover ci indirizziamo sempre verso generi molto lontani dal nostro, questo ci dà la possibilità di stravolgerlo facendolo passare attraverso le nostre sonorità e, come nel caso del pezzo di Mina presente sull’EP, di inserirlo in pieno nel nostro contesto. La domanda però mi sembra provocatoria e quindi ti rispondo con un’altra provocazione: ci troveremmo meglio noi a fare una cover di un brano trap, che un’artista trap a fare un brano nostro. Le motivazioni trovale tu…

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