WORLD MUSIC
Inti Illimani
4 agosto – Eutropia Festival
Tutta la forza e la purezza della trasmissione orale
Band in ambito world music di sicuro rilievo, sia per l’indiscussa qualità musicale che per rilevanza socio culturale, gli Inti Illimani sono considerati, nella cultura della canzone popolare, i fautori dello sviluppo del movimento della Nueva Cancion Chilena.
Quella degli Illimani è una musica vissuta, dove confluiscono esperienze di vita, cultura e politica. Qui la musica tradizionale andina, caratterizzata dal tipico del flauto di Pan, è esaltata attraverso orchestrazioni ben congegnate, lontane da quelle performance su base che siamo abituati ad ascoltare per strada… L’utilizzo di strumenti prevalentemente acustici appartenenti alla tradizione, creano sensazioni che ci fanno riflettere sugli arrangiamenti che la PFM fece sulle canzoni di De Andrè. Fortemente evocativi durante le loro performance live, gli Inti Illimani rappresentano quello che per Cuba è stato il progetto Buena Vista Social Club.
Rimane emblematica la versione che gli Inti Illimani proposero del brano di protesta popolare scritto da Sergio Ortega, El pueblo unido jamas serà vencido.
Originari di Santiago del Chile, il loro ensemble ha cominciato a prendere forma agli inizi del 1967 e da lì in poi gli Inti Illimani sono divenuti crocevia di numerosi musicisti appartenenti alla tradizione della musica popolare cilena. Durante la loro prima tournee in Europa nel 1973, gli Inti Illimani sono stati esuli forzati dalla loro terra a causa del golpe cileno ai danni di Salvator Allende, che vide l’insediamento della dittatura di Augusto Pinochet.
È stata proprio l’Italia e Roma stessa, a dare asilo politico ai membri della band fino al 1988.
Roma li ospiterà ancora, il prossimo 4 agosto, nell’ambito dell’Eutropia Festival (Campo Boario – Testaccio): è sicuramente una data che tutti gli amanti della musica popolare dovranno tenere d’occhio, per non farsi sfuggire suggestioni energiche e allo stesso tempo struggenti, sicuramente efficaci anche grazie al caldo. (Antonio Perruggino)
