Garage / Blues

Jon Spencer Blues Explosion

11 Marzo – Monk Club
Jon, la Grande Mela sotterranea e il post punk

Ad arrivare sul palco del Monk Club di Roma il prossimo 11 marzo saranno i Blues Explosion capitanati da Jon Spencer (e dal suo theremin). Con buona pace del duo di Adriano Viterbini, insomma, quelli originali, nel senso di quelli cui i romani e lanciatissimi Bud Spencer Blues Explosion fanno riferimento nel nome.

Dopo una carriera più che ventennale e tanti progetti paralleli, il trio americano fa tappa in Italia a pochi mesi di distanza dalla pubblicazione di Freedom Tower – No Wave Dance Party 2015, album caratterizzato dalle chitarre distorte di sempre ma anche da un omaggio ‘sporco’ alla città d’origine New York. Il tributo alle correnti musicali più estreme del passato è sempre stato un punto fermo del garage rock dei JSBX – sebbene i trascorsi vengano citati in modo orgogliosamente grezzo come è nel loro stile -, ma stavolta i riferimenti sono circoscritti alla Grande Mela post punk, sulle tracce delle ricerche di Brian Eno per la compilation No New York, per intenderci. Cultura di strada in tutte le sue declinazioni e suoni sotterranei di una città che, come dice Jon Spencer stesso, “non ha nulla a che fare con quello che è diventata dopo Giuliani e l’11 settembre”.

Trasferire su un palco l’immagine e i suoni di una città, soprattutto se questi devono essere cristallizzati in un momento passato, è sempre un’operazione tanto affascinante quanto rischiosa. Dalla loro Jon Spencer, Judah Bauer e Russell Simins hanno maestria da vendere e un’attitudine da sempre votata all’underground. Rappresentare l’ammaliante New York sotterranea degli anni Ottanta e la saturità di quei suoni: pensandoci, chi meglio di Jon Spencer e i suoi Blues Explosion può riuscirci? (Silvia Protano)

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