West Coast Jazz

Kamasi Washington

Kamasi Washington

10 Novembre – Monk
Un artista in stato di grazia non va perso

Il 10 novembre sarà per la prima volta in Italia, per la prima volta a Roma, al Monk Club, il jazzista californiano (Los Angeles) che sta conoscendo il suo momento di massima notorietà, in virtù di un’opera strabiliante per vivacità ed ispirazione, The Epic (2015), la prima pubblicata senza la propria indie label e che ha fatto sussultare più che un addetto al settore, tanto da essere prontamente incoronato quale portavoce del jazz nel futuro.

A 34 anni, Kamasi Washington merita tanto, se non altro per il coraggio di pubblicare un cd triplo, in barba alle regole del music business, elementari per scelta e convenienza. Il merito e la lungimiranza sono anche dell’attuale label, la Brainfeeder di Flying Lotus. A quanto pare, il sassofonista sceglie bene i suoi compagni di viaggio, considerando i nomi che compongono la sua band, Thundercat, Cameron Graves e Ryan Porter, ma anche le collaborazioni che lo hanno impegnato in passato, con nomi come Kenny Burrel (al dipartimento di Etnomusicologia dell’UCLA!), Kendrick Lamar, Raphael Saadiq, Snoop Dogg, Lauryn Hill.

Pensare ai nomi scomodati per risalire alle fonti delle sue performance, Coltrane o Roland Kirk, definisce la cornice entusiastica a cui, in questo caso, bisogna dare credito, senza riserve. Piace la sua versatilità, la pienezza delle divagazioni senza timori e/o reverenze, né nei confronti dei suoni del passato, tantomeno nei confronti di quei nomi che hanno contribuito a definirlo: l’idea di viaggio, intenso, in ogni momento fotografato nella sua espansione, la sensibilità verso l’impasto di suoni che non disprezzano il moderno (rock come ambient), non disdegnano la contaminazione.

Sarebbe interessante vederlo duettare con il nostro James Senese: potrebbero scoprirsi fratelli separati alla nascita, e non solo per questioni estetiche. (SEO)

Visione consigliata:

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