Post Hardcore / Psych

Lemurian

Lemurian

Viaggiatori nel tempo ma con i piedi per terra

Vi avevamo già parlato dei Lemurian in occasione del live al Fanfulla dello scorso 27 Febbraio, data in cui la band romana ha presentato Spettro, primo album in studio uscito per Cave Canem DIY.

Ma cos’è Spettro? Quali le forme e i contorni di questa creatura? La passione dei Lemurian per l’ignoto e il remoto è cosa nota e il moniker reca in sé un triplice significato: le feste dell’antica Roma, che venivano celebrate il 9, l’11 e il 13 maggio, per esorcizzare gli spiriti dei morti, i lemuri; un ipotetico continente scomparso, Lemuria, collocato nell’Oceano Indiano o in quello Pacifico e i lemuri del Madagascar con i loro occhi profondissimi.
Tutto ciò getta una prima e introduttiva luce sull’opera della band romana che, figlia del progressive e dell’improvvisazione, nel tempo è stata fortemente contaminata dal metal e dalla psichedelia avvicinandosi a band nostrane come Juggernaut e North by Northwest.

Non c’è cantato nelle 6 tracce di Spettro e quindi la parte del gigante è spesso affidata alla doppia chitarra (Birindelli-Carletti). Shasta ne è il fotogramma principale, con il suo incedere tra psych e math rock ricco di fraseggi schizofrenici, complesso ma godibile. La carta d’identità della band.
Il ritmo mantiene sempre lo stesso piglio propulsivo perché non esiste in Spettro un vero momento di stanca ma soltanto un progetto interno di leggeri cambi di scenario ben realizzati e correttamente giustapposti. Chimicamente, dunque, siamo di fronte ad un album armonico e ben realizzato in cui tutti i 6 membri della band trovano il proprio spazio e riescono a veicolare sensazioni molteplici: dallo straniamento alla paura, dalla calma apparente al delirio esplosivo fino ad arrivare ad esperienze ultraterrene.
Chiamatelo post-rock, post-hardcore, post-progressive o in qualsiasi altro modo vogliate: i Lemurian sono tutto questo ma anche nulla di tutto questo. Sono il contenitore di tante esperienze e di molteplici lessons learned senza le quali, in un’epoca dove non esistono più geni, diventa impossibile imporsi al pubblico. Benvenuti. (Stefano Capolongo)
Ascolta il disco Spettro

(Cave Canem DIY, 2016)

  1. Tectonic Bliss
  2. Metatron
  3. Shasta
  4. Ungern Khan
  5. Awakened Psychic Child
  6. Atomic (Mutation/Reincarnation)

 

Formazione:

Michele Bartolini: Doun Doun, Djembe, Tambourine
Yuri Passamonti: Basso
Leonardo Birindelli: Chitarra
Andrea Carletti: Chitarra
Valerio Birindelli: Basso
Matteo D’Amicis: Batteria, Shaker

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