Folk / Rock

Marta sui Tubi

12 settembre 2015
starEandarEricordare

A coronamento di un’iniziativa variegata e dall’ampio consenso, quale StarEandare, organizzata dall’Associazione Defrag (dal 7 al 12 settembre) presso il Parco della Verna (Montesacro), l’attesissimo concerto (free!) dei Marta sui Tubi ha stregato l’aria, di conseguenza un pubblico rapito e stupito. Le ragioni sono diverse.

Intanto, in apertura, l’onore/onere di aprire per Marta è caduto, benintesi non accidentalmente, alla cantautrice romana che tanto sta facendo parlare di sé e che LESTER segue con grande interesse: Livia Ferri. L’atmosfera è stata scaldata a dovere, soprattutto in considerazione del primo stupore della serata, quello di chi poco conosceva la ragazza e che è rimasto basito di fronte alla potenza espressiva che Livia è capace di sprigionare. Sentirla ‘sparata’ nell’impianto d’occasione, ha sortito un effetto paralizzante. Solo voce e chitarra, questa sera, in compagnia del fido Alessandro De Berti; colpisce ogni volta la non facile esecuzione di Hyperbole, mentre per rimanere al passo vi invitiamo ad ascoltare il 6° singolo appena lanciato, Gratitude; ricordate dei 10 singoli in 10 mesi, vero?

Indi, eccoli in tutto il loro essenziale splendore, i Marta sui Tubi, tornati stabilmente alla formazione a 3 dei membri storici: chi pensava ad una spending review poco accorta, dovrà ricredersi perché il gruppo si è mostrato pimpante, fresco, brillante; di qui il secondo stupore: si è tornati ad ascoltare la ‘piccola orchestra per 3 elementi’ che, oggi più che mai, a distanza dell’esperienza accumulata, impressiona per la capacità di riempire di molteplici sfumature le pause.

Un’esibizione di carattere, distesa in grande scioltezza, di fronte ad un pubblico accorso davvero numeroso per “il gruppo siciliano che ci ha abituato alla sua unica e camaleontica proposta, sul filo di un folk dall’attitudine rock e l’anima del Sud”. Chi è arrivato al concerto con il ritornello (e solo quello) di Dispari in testa, sulle prime note di Vorrei si è improvvisamente ritrovato con le parole in bocca. Di qui il rapimento.

Val la pena, inoltre, citare la spiazzante, riuscitissima slow version di Rusty Cage dei Soundgarden, posta in apertura e poi esplosa fra le dita di Carmelo Pipitone. Bum. (SEO)

Di seguito alcune dichiarazioni raccolte fra il pubblico.

Marta sui tubi è uno di quei classici gruppi dal nome “fico” di cui conosci l’inizio del ritornello perché lo hanno passato in radio qualche traffico fa. E se all’inizio del concerto ti chiedevi se ne valesse davvero la pena, alla fine ti ritrovi a pensare che cazzo se ne è valsa la pena.

Una scaletta che è stata un punto esclamativo continuo, nessun respiro, un paio di scambi di battute, una sigaretta, una birra rovesciata e un cambio veloce.

ti ritrovi sotto al palco che la formazione originaria (perché sei talmente fortunato da beccarti anche il triangolo voce-chitarra-batteria delle origini) ti dice che “vorrebbe prenderti le mani e berci dentro”.

Le premesse erano le migliori, quando ad aprirti il concerto è una come Livia Ferri, tutta chitarra e voce (e che chitarra e che voce!), sai per certo di poter conquistare il pubblico a priori.
E così è stato, un pubblico abbracciato alle transenne che se n’è andato via senza voce.

I testi parlano di loro come di noi o come di te e me e non fa differenza se a dirtelo sono in quattro\cinque o in tre.

Photo by Lisa Pepe / Pagina Facebook

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