folk / indie

Mumford & Sons

Mumford & Sons

30 Giugno – Rock in Roma
Via il banjo, dentro il synth: quando il folk cede il posto allo spirito elettrico

Già da Sigh No More a Babel, primo e secondo album, avevano dimostrato un certo interesse ed avvicinamento a suoni più elettrificati. Con il loro terzo lavoro in studio, Wilder Mind, gli inglesi Mumford & Sons si sono lasciati alle spalle il folk degli esordi (che aveva fatto guadagnare loro consensi in tutto il mondo con oltre 6 milioni di dischi venduti), per avviare una svolta stilistica il cui odore si poteva percepire già con Babel.

Figlia di questo cambiamento anche la scelta di escludere, dalla nuova produzione, strumenti da sempre a loro molto cari come il banjo, la chitarra resofonica e il mandolino, scavalcati di sana pianta da chitarre elettriche, synth e sezione ritmica marcatamente pop-rock. Questo cambio di rotta, che probabilmente non sarà piaciuto del tutto ai fan della prima ora, non è da imputare solo ad una scelta stilistica della band, ma anche alla presenza di 2 personaggi d’eccezione quali Aaron Dessner, componente e compositore dei The National, il quale ha portato molto della band americana all’interno della nuova produzione dei Mumford – registrata proprio nei suoi studi di New York – e James Ford, già produttore degli Arctic Monkeys e dei The Last Shadow Puppets, che dà all’album un’impronta più metropolitana.

Certo, questa trasformazione sembra essere una scelta molto ben ponderata (anche se pare sia stata una scelta naturale): il folk puro poteva alla lunga stancare e aprirsi ad una fetta di mercato ben più ampia, commercialmente, ma anche artisticamente, potrebbe essere un’ottima cosa, purché ciò non voglia dire inaridirsi dal punto di vista artistico. Forse ancora presto per dirlo, nel loro caso.

A questo punto viene da chiedersi come verranno arrangiati i vecchi brani folk, che dovranno necessariamente proprorre anche in questo tour, con il nuovo suono che hanno scelto di adottare. Da qui nasce la curiosità maggiore di vedere, martedì sera all’Ippodromo delle Capannelle, una delle rivelazioni degli ultimi anni, in evoluzione. (F.DiG.)

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