LIBRI


Layne Staley


“In catene – La storia di Layne Staley e degli Alice In Chains”
Sincera, intensa: a firma di Giuseppe Ciotta la prima biografia italiana della band di Seattle

di Serena Pedullà

Editore: Chinaski Edizioni – Pagine: 352

RECENSIONE – Sin dall’adolescenza è stato fondamentale documentarsi sulle band che hanno segnato in modo decisivo la mia vita. Mancava però qualcosa sugli Alice in Chains e Layne Staley. In tanti eravamo in attesa di un libro credibile e ben scritto su di loro – pagine che raccontassero di quei famosi primi anni Novanta a Seattle e dintorni – a partire dal loro specifico contesto. Quel famoso libro è finalmente arrivato.
È il caso di In catene – I giorni di Layne Staley e degli Alice In Chains (Chinaski Edizioni) del giornalista catanese Giuseppe Ciotta.

Non conoscendo l’autore, devo ammettere che inizialmente ero aperta alla possibilità di avere fra le mani una biografia scritta da qualcuno che non fosse all’altezza dell’argomento. Diverse volte è capitato di imbattersi in superficiali mitizzazioni sul fenomeno mediatico di ciò che è stato il grunge (termine da usare con consapevolezza), con conoscenze approssimative e limitate alle due tipiche hit a band.

Giuseppe Ciotta ci ha regalato ben altro, partendo dal primo e più importante fattore: l’autore è stato un vero e proprio fan degli Alice In Chains, oltretutto nel pieno di quegli anni lì. Per comporre la sua opera, è volato negli Stati Uniti dividendosi fra la città di smeraldo e la città degli angeli, facendo un bellissimo e accuratissimo lavoro di ricerca. Interviste, estratti, recensioni, immagini in bianco e nero, dettagli importanti. Una biografia completa ed esaustiva. Disco dopo disco, viene passata in rassegna ogni fase della storia del gruppo, di ogni singolo membro ed in particolare del frontman. Oltre la sua nota tossicodipendenza ed il suo imprescindibile ruolo nella band, verrà ben raccontata con la dovuta discrezione anche la sua vita privata, dove emergeranno meglio alcune caratteristiche della sua personalità.
Si leggeranno maggiori particolari riguardo quello che fu il progetto Mad Season, la nascita di Above e quello che potrebbe essere stato dopo.

Inevitabile il capitolo dedicato alla fase finale della vita di Layne Staley, fino al decesso. I più sensibili, a quel punto, avvertiranno una certa sofferenza. Altri proveranno anche quell’illusoria e inconscia idea di poter avere un finale differente. Ma a tutti, leggendo “In catene”, sembrerà di aver viaggiato nel tempo, di essere fra le strade di Seattle negli anni Novanta, in quel magico contesto catturato in Singles di Cameron Crowe. Quasi come le protagoniste di San Junipero, fra i più toccanti episodi di Black Mirror ambientato però negli anni Ottanta.

Chi lo desidera sarà sempre legato a quel mondo perché, citando Giuseppe Ciotta: “Non si tratta di retro-romanticismo, ma di una parte della mia storia e di quella di tanti altri”.
Andy, Kurt, Shannon, Layne, Mike, Scott, Chris. I morti, ma anche i vivi e i sopravvissuti.
Finché resta nella nostra coscienza, ciò che amiamo sarà eterno e senza fine alcuna.
E se ciò che concepiamo come Fine diviene poi Rinascita, allora la sua musica sarà All Alone dei Mad Season.

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