PENSIERI TROPPO ALTI E SCOLLEGATI #5

PENSIERI TROPPO ALTI E SCOLLEGATI * – Non esiste un limite preciso di quello che è dentro e fuori questa pagina. Leggendo, ascoltando musica e osservando l’industria dello spettacolo attraverso lenti diverse, possono prendere forma considerazioni personali, sensate o del tutto casuali. Capita a tutti, ma qui rimangono per iscritto.
(* Offlaga Disco Pax, Tono metallico standard)

Rubrica a cura di Silvia Protano

 

5 soggetti, 5 playlist e un sito

Qualche anno fa Vasco Brondi si chiedeva cosa avremmo raccontato “di questi cazzo di anni zero”.  Sugli anni zero ora non mi esprimo, ma possiamo essere tutti d’accordo sul ruolo delle serie tv nella cultura pop degli anni dieci. Non solo come prodotti cinematografici o di narrazione però, perché spesso nelle colonne sonore delle serie si annidano artisti, concept e riferimenti che per peso e interesse sono di importanza pari all’impegno profuso nella scrittura delle sceneggiature.

Ho scelto 10 brani per ogni serie, senza considerare quelle espressamente dedicate alla musica (ciao Atlanta e ciao Vinyl) o quelle con musiche originali sì perfette ma scritte espressamente per quelle produzioni (ciao Twin Peaks e ciao –in parte- Gomorra). Ho anche evitato I Soprano, e alla fine scoprirete perché.

1) MASTER OF NONE (2 stagioni, Netflix) – La playlist da musicofili
Master Of None parla in modo leggero di molte cose: New York, il digitale, le seconde generazioni e più in generale delle persone (e i loro pensieri) in questo momento storico. La colonna sonora è curata da Zach Cowie insieme ad Aziz Ansari e ad Alan Yang, che hanno lavorato –ognuno con il proprio gusto- a quello che chiamano “Master Of None New York Sound”. A Vulture Cowie ha anche raccontato come hanno lavorato e come un episodio ha finito per intitolarsi Amarsi un po’.
Per capire il ruolo della musica in questa serie basta guardare l’episodio Ladies & Gentlemen, dove il ritorno a casa –notturno- di una ragazza è accompagnato da Laurie’s Theme di John Carpenter e quello dei due protagonisti maschi da Don’t Worry Be Happy di Bobby McFerrin.

 

2) TRUE DETECTIVE (2 stagioni, HBO distribuita in Italia da Sky) – La playlist oscura
Mettiamolo subito in chiaro: faccio parte di quella schiera che ritiene la seconda stagione un insulto alla scrittura della prima. Di conseguenza, eccezion fatta per Cohen azzeccatissimo nei titoli di apertura, la playlist è pesantemente sbilanciata. Il lavoro di T Bone Burnett è stato in realtà egualmente perfetto in entrambe le stagioni, orientandosi prima verso un blues molto oscuro e poi invece verso qualcosa di più urbano: un guanto in entrambi i casi, anche se purtroppo il secondo calza su una mano morta.
Nella prima stagione, la mortale rispondenza tra Kingdom of Heaven dei 13th Floor Elevator nei titoli di coda con Far From Any Road degli Handsome Family in quelli di testa è perfetta. Perché le puntate vanno viste una dopo l’altra, il binge-watching è una cosa seria.

 

3) MAD MEN (7 stagioni, AMC distribuita in Italia su varie piattaforme) – La playlist da studiare
L’ultimo episodio è andato in onda due anni e mezzo fa, che per la televisione sono tantissimi. Se sfugge per quale motivo Mad Men è ancora una delle serie più significative mai prodotte, Wired ne offre un ottimo riassunto. Musicalmente Matthew Weiner ha fatto un lavoro accuratissimo scegliendo di eliminare dalla colonna sonora i brani degli anni ’60 troppo celebri e quindi ormai appiattiti, in favore di vere e proprie chicche che meritano di essere studiate tanto quanto lo sono stati i costumi e i riferimenti sociali.
Nella serie tutti i brani sono calibrati e disposti in modo da rappresentare le emozioni reali e inconsce di persone che lavorano nel regno dell’apparenza, ovvero quello della pubblicità. Weiner è infatti lo stesso Weiner de I Soprano, dove la musica aveva un ruolo molto simile e altrettanto profondo.

 

4) SCRUBS (8 stagioni, NBC distribuita in Italia da MTV) – La playlist del cervello
I film surreali che passano nella mente di JD sono forse la caratteristica più comica del personaggio, e certamente una di quelle in cui ci si può identificare facilmente: anche nel mio cervello a volte partono canzoni assurde. I supervisori musicali della serie sono stati diversi, tra cui naturalmente Bill Lawrence e lo stesso Zach Braff, ma la vera chicca è che per buona parte dello show questo ruolo è stato ricoperto da Christa Miller, l’attrice che ha dato il volto alla velenosa e sarcastica Jordan.
Poiché in questa sede ci si rifiuta di riconoscere la nona stagione come parte integrante della serie, sul podio dei momenti musicali ci va necessariamente il finale dell’ottava sulle note di The Book Of Love di Peter Gabriel. L’agrodolce malinconia di Scrubs è ancora una vetta insuperata nel genere comedy.

 

5) DARIA (5 stagioni, MTV) – La playlist anni ‘90
Ah, vent’anni fa, i tempi d’oro di MTV! Andando in onda su un canale musicale Daria doveva avere una colonna sonora aderente ai tempi, ed è infatti tuttora una perfetta rappresentazione del rapporto tra rock alternativo e pop commerciale di quegli anni. Trattando tutti i generi musicali senza nessuno snobismo, pop da classifica, R’n’B o grunge sono stati usati nella serie per descrivere da quale punto di vista i personaggi osservavano il triste mondo malato (cit.) all’esterno.
Chris Marcil e Glenn Eichler ebbero grandi possibilità di scelta lavorando per MTV, ma quando la serie è stata pubblicata in DVD la musica originale è stata sostituita per motivi legali. Vedere Daria con una colonna sonora diversa fa capire quanto il lavoro svolto nei ’90 fosse funzionale alla grandezza del prodotto.

 

Quindi perché ho evitato I Soprano? Perché della colonna sonora è stato giustamente scritto che svolge a tutti gli effetti il ruolo di un personaggio della serie, sarebbe stata quindi un’impresa titanica e impropria per questa sede. Esiste però Tunefind, una bibbia per chi vuole riconoscere e ascoltare i brani di film e serie tv: per I Soprano offre i dettagli di tutti i brani di tutti gli episodi. Altro che 10…

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