STONER / ROCK PSICHEDELICO


Fvzz Popvli

Buio incandescente nel deserto occidentale

di Federico Ciampi

RECENSIONE – E va bene, questo 2018 sembrano gli anni ’70. D’accordo che la storia ci debba propinare in tutte le salse il concetto nietzschiano dell’eterno ritorno dell’uguale (mai la filosofia ha saputo essere così pop!), ma qua si esagera fino al surrealismo. Looking at the bright side of life, la cosa buona è che ha deciso di spiattellarci con nonchalance anche il lato positivo della musica, con un netto ritorno alle radici rockeggianti che mancavano da un bel po’.

Alle volte al limite della copia carbone parodistica (citofonare a casa Greta Van Fleet per ulteriori informazioni), altre con quel sano senso da “sono fuori tempo massimo e me ne vanto”, con effetto paradossalmente freschissimo.
È il caso del nuovo lavoro dei Fvzz Popvli, uscito in questo finale di anno per Heavy Psych Records. Il suono è esattamente quel bollitore stracolmo di lisergici strati di chitarra e voci effettate che ti aspetteresti; c’è quel costante senso da trip acido che ha fatto la fortuna di meraviglie varie, dai Kyuss ai Goatsnake, fino agli albionici Uncle Acid & The Deadbeats.

Il trio romano sa dannatamente il fatto suo, e stabilisce con sano e zozzo menefreghismo i confini della sua musica, fin dalla potente opener And let it die. Il risultato è un dannatissimo spettacolo, spazzato dall’acre vento del Mojave. È lo stoner, bellezza. Niente di nuovo dal deserto occidentale, nulla di davvero originale o innovativo, nulla di cui sorprendersi. Ma piace da impazzire e galvanizza con il suo costante stato di tensione. E allora l’innovazione a tutti i costi può tranquillamente andare a farsi benedire, quando la qualità è questa. Bello, bello davvero. Applausi.

FVZZ POPVLI – “Magna Fvzz”
(Heavy Psych Records, 2018)

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