POP / FOLK ROCK


Leonardo Angelucci – (Foto di Tamara Casula)

Cura e coraggio fanno ben sperare

di Ilaria Pantusa

RECENSIONE – È uscito lo scorso 19 ottobre Questo frastuono immenso, il disco d’esordio di Leonardo Angelucci, giovane musicista romano classe ’91, già frontman dei Lateral Blast e collaboratore nel progetto solista della voce più calda e oscura di Roma, quella di Daniele Coccia Paifelman, leader de Il Muro del Canto.
Per Questo frastuono immenso ha deciso di farsi affiancare alla produzione da Manuele Fusaroli, che ha già lavorato con The Zen Circus, Tre Allegri Ragazzi Morti, Motta e Luci della centrale elettrica, per citare solo qualcuno. Ad anticipare l’uscita dell’album, il singolo Sedile posteriore, probabilmente il brano più immediato e accattivante dell’intero lavoro.

Ciò che è da subito chiaro, in questo disco d’esordio, è la volontà di arrivare nella maniera più diretta possibile a chi ascolta, con la prospettiva di una dimensione live nella quale sprigionare l’energia e la vitalità che le dieci tracce hanno in sé. Quello di Angelucci è un pop-rock che si mescola ben volentieri ad altre suggestioni sonore, come folk, reggae e qualche accenno punk ed elettronico, lasciando comunque un’impressione di omogeneità che fa bene al disco nella sua interezza.

A non essere ben calibrata è, in alcuni casi, la durata dei brani, i quali in più episodi si dilungano eccessivamente, perdendo la spontaneità e la freschezza che manterrebbero se non proseguissero oltre i 3 minuti, 3 minuti e mezzo, come nei casi più eclatanti di Jurassic Park, che avrebbe potuto essere un perfetto futuro singolo, per il testo ricco di riferimenti postmoderni in cui è così facile riconoscersi e che lo rendono un pezzo liricamente immediato, e Sa terra, altro brano sul cui potenziale non ci sono dubbi, ma che non sa finire al momento opportuno.

Da Contemporaneamente (EP da noi recensito), indubbiamente il nostro è cresciuto, maturando una cura per gli arrangiamenti che non passa inosservata e che forse costituisce l’aspetto più interessante di questo esordio, che dà l’impressione che il musicista abbia voglia di sperimentare e di crescere ulteriormente, volontà che a chi fa musica non dovrebbe mai mancare.
Come non mancano comunque i momenti più fortunati, come la già citata Sedile posteriore, È Natale (che ospita Daniele Coccia Paifelman), Un’altra canzone e Un minuto, che chiude il disco con una nota più cupa, riflessiva e intima e che fa ben sperare per i futuri sviluppi del progetto solista di questo giovane cantautore.

Leonardo Angelucci – “Questo frastuono immenso”
(Alka Record Label, 2018)

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