BACKSTAGE #2

BACKSTAGE – Rubrica di Ritratti fotografici a cura di Daniele L. Bianchi

 

@Atlantico Live (28/03/2019)

RUBRICALe fan dei Canova sono elettrizzate. Scalpitano davanti ai cancelli sbarrati dell’Atlantico Live in attesa. La competizione per la tanto sognata transenna è fortissima e stare il più vicino possibile ai propri miti è una questione di vita o di morte.
Agli inizi della mia attività di fotografo non mi ero ancora accorto dell’esistenza del pubblico. Scattavo freneticamente solo i musicisti durante le loro performance. Il fascino del basso, le chitarre suonate con violenza, la rudezza della batteria. Erano più che sufficienti a soddisfarmi.
Poi, ad un certo punto, mi sono voltato e ho visto la marea di gente dietro di me. Ora documentare le emozioni e le reazioni di chi vive un concerto è una delle cose che mi soddisfano di più. Faccio uno scatto al volo alle prime fan della fila. Le più agguerrite. Quelle che faranno più casino. “Sorridete, cheese”. Ritiro il mio pass alla cassa degli accrediti ed entro.

Fan

Adoro l’Atlantico Live, per fare foto ha un sottopalco perfetto. Gli artisti sono vicini e c’è abbastanza spazio per muoversi agevolmente. Quando posso mi piace arrivare presto. Prepararmi con cura e capire bene la situazione che incontrerò durante la serata. La band, dopo il check del pomeriggio, sarà andata a cena oppure in albergo a rilassarsi ed ora è tutto calmo. Il backstage, i corridoi, il retropalco, ora deserti, saranno presto invasi da un brulicare di artisti, ospiti, tecnici e… il fotografo.
Dopo un’interminabile attesa la quiete viene spezzata dall’arrivo della band. Il primo che vedo è Gno, il loro manager. Sempre di fretta, sempre incasinato. È il perno attorno al quale ruotano baracca e burattini. In questa puntata della rubrica ho intenzione di focalizzarmi su di lui. Con la sua Maciste Dischi sta costruendo qualcosa di grandioso. Gazzelle, Galeffi, Mox, Siberia, Fulminacci, Diamine e, naturalmente, Canova. Tutta roba sua. Al di là dei palazzetti, dei soldout e dei reggiseni che parabolano sul palco, è il rapporto umano che cementa tutti gli elementi di questa importante realtà. Il rapporto che ha con i suoi artisti è sorprendente. A volte così intimo da sembrare quasi un padre/fratello maggiore oltre che un amico.
Mi piacerebbe fargli un ritratto ma non mi sogno nemmeno di chiederglielo. Svolge il suo lavoro con cura maniacale. Spazia dai consigli agli artisti su che vestiti indossare durante l’esibizione alle corse per risolvere i perenni problemi con le liste accrediti. Per fermarlo dovrei dargli una mazzata alle gambe e non mi pare il caso. Gli farò delle foto di nascosto.

Gno

Il backstage di solito è come una stazione della metropolitana. Affollato e caotico, immerso da una coltre di fumo. Ma non quello dei Canova. Gno sta di guardia, la sua band deve stare tranquilla e concentrarsi per il live. Mi infilo in punta di piedi e me ne sto in disparte aspettando il momento giusto per fargli delle foto. Sinceramente mi aspettavo di essere cacciato fuori ma i ragazzi mi accolgono con gentilezza. Sono sempre disponibili. Motivo in più per approfittarne. Facciamo quattro chiacchiere, niente di particolare. Il tour gli sta andando benissimo e sono super contenti. Matteo Mobrici passeggia per il backstage scaldandosi la voce. Il batterista picchetta con le bacchette sul pad per scaldare i muscoli delle mani e delle braccia. I tecnici aiutano i musicisti ad mettersi gli in-ear, una sorta di cuffiette che indossano sul palco per sentire al meglio cosa stanno suonando.

Canova

Mi prendo due minuti per ritrarre la band e poi vado ad aspettarli a lato del palco. Il manager guida i ragazzi per lo spazio buio che porta dal backstage alla scaletta del palco. Si abbracciano nel momento in cui l’adrenalina è alle stelle. Sono carichi al massimo. Al via del tecnico di palco corrono incontro al loro pubblico che li aspetta a braccia aperte. Tutta la tensione viene rilasciata ed il concerto può finalmente cominciare.

Pubblico

Gno segue il concerto con molta attenzione controllando che tutto fili liscio. Si aggira per il lato palco, per la sala, dappertutto. Fa anche dei video per i social. Ci conosciamo da un paio d’anni. Quella conoscenza che intercorre fra un manager ed un fotografo, composta da brevi chiacchiere fra una corsa e l’altra. Ognuno immerso nei casini che comportano il proprio ruolo. È una persona pressoché sconosciuta a tutti quei ragazzi in sala che cantano a squarciagola le canzoni dei Canova. Se non fosse per lui, però, molte cose non sarebbero riuscite ad emergere ed io non avrei potuto fotografarle. Ma per fortuna non è andata così.

Gno

Per conoscere le foto di Daniele L. Bianchi: www.concertinalive.it

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