Alternative Rock

Tedio

Tedio

 

Nessun Tedio, solo tanta gioia

06 aprile 2017 – Wishlist

LIVE REPORT – Sul palco del Wishlist di San Lorenzo per presentare il loro primo lavoro in studio, GOD, i romani Tedio eseguono i sette brani dell’EP con coesione ed energia, tale da conquistarci e piantare il disco nelle nostre playlist di questi giorni. Una proposta musicale dalle idee chiare, che pesca suggestioni dagli anni Novanta ma sa riassemblarle in una forma accattivante, capace di mesmerizzare l’ascoltatore e (tras)portarlo in un altrove mai nostalgico e sorprendentemente ‘attuale’: una commistione di ossimori dunque, originalità e citazioni, visionarietà e rappresentazione, che si estende persino ai musicisti che compongono l’ensemble.

Due chitarre, due frontman ai lati opposti dello spettro comunicativo, l’estroso e ciarliero (e mascherato) Alessandro C, il ritroso e incappucciato Dusty Cri, che lascia invece andare le corde vocali soltanto con il suo canto espressivo, effettato, che si limita ad introdurci con qualche strofa al viaggio che poi sarà la musica a farci compiere.
Qualsiasi frontman garage/alternative/elektro/grunge/folk (e aggiungete voi quel che volete) che vi ha segnato l’immaginario nei Novanta è qui – il più delle volte in maniera inconsapevole – citato e insieme riletto. Prendete insomma i Nine Inch Nails, gli Smashing Pumpkins, i Nirvana e tutti i progetti ‘desert’ che volete, fateli accoppiare furiosamente e il parto sarà questo EP raffinato e insieme assolutamente fruibile.

La presentazione dal vivo del disco fila via veloce, i minuti si dilatano e si comprimono seguendo l’andamento di queste composizioni sempre attente a dosare la scarica d’adrenalina, a somministrarla con la giusta parsimonia. Giustissima la scelta del singolo (e primo video) About You, la più melodica ed immediata nella prima metà, che poi si (e ci) regala due minuti di svisate elettriche che saranno puro godimento per chi credeva nel rumoroso verbo ‘sonico’ newyorkese e che potrebbero, per una volta, conquistare anche orecchie votate ai rarefatti tappeti elettronici post tutto, per la giusta selezione dei tempi, per il coraggio di dilatarli ma di non scadere nello sbrodolamento fine a se stesso. Sette minuti sì e ancora sì, quindici magari NO. In scaletta anche un brano in italiano, Crocifisso giù, a chiudere set e lavoro in studio.

Qualche parola sullo stile dell’esibizione, importantissimo in un momento in cui presentarsi solo con la propria musica non basta più (ma è mai bastato?). Le luci al neon blu e rosse sul palco sono perfette, rimando visivo immediato al Lynch della Loggia di Twin Peaks e all’ultimo Neon Demon di N.W. Refn; questo immaginario visivo si sposa perfettamente con la musica dei Tedio, con gli abiti neri, con una teatralità della proposta che va pensata e affinata ancora di più, cristallizzandosi nei personaggi interpretati, da indossare appena messo piede sul palco ancor più dei vestiti.

Nessun tedio quindi nell’ascolto (e il nome della band è perfetto nella commistione di autoironia e serietà che caratterizza tutta la proposta) ma solo tanta gioia per aver ascoltato una band che colpisce al primo ascolto. E non (mi) succedeva da molto tempo. (Donato D’Elia)

 

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