Garage / Psichedelia

The Optic Nerve

The Optic Nerve

10 Marzo – 30 Formiche
Esserci è doveroso

Il 10 marzo, al 30 Formiche, va di scena una band che sembra più che corretto definire ‘di culto’, in quanto sono davvero in pochi i fortunati a conoscere la musica di questi ex ragazzi di Brooklin, morbosamente innamorati degli anni ‘60.

I The Optic Nerve sono inquadrabili nel pieno del cosiddetto garage revival e quindi prendono le mosse nella metà degli anni ‘80. A quei tempi, la rivoluzione scatenata dal punk aveva già ampiamente sparato tutte le sue cartucce, ed anche i semi germogliati dalle ceneri di quella rivoluzione (post punk) erano già oltremodo maturi, e cominciavano a marcire. La scena musicale grondava ormai di melodie laccate, batterie campionate e pop sintetico preconfezionato che sanciva il trionfo definitivo dell’edonismo reganiano.

Per fortuna, in ogni epoca ci sono e ci saranno sempre delle voci fuori dal coro, fu così che in molti si guardarono indietro, trovando nel garage degli anni ‘60 una sorta di Arcadia Perduta, fatta di sonorità e soluzioni tanto semplici ed ingenue quanto efficaci, da cui trarre ispirazione e nuova linfa vitale.

Da questa nuova ondata, alcune formazioni arrivarono ad un discreto successo, assicurandosi una schiera di estimatori non enorme, ma sicuramente agguerrita (si pensi a Fuzztones e Fleshtones), ma gli Optic Nerve non ebbero questa fortuna. A differenza di altre band della stessa scena, che prendevano le sonorità tipiche di ‘Nuggets’ sporcandole con quel fuzz tipico del Detroit Sound, gli Optic optavano per un approccio più rilassato e filologico.

Un campionario di chitarre in bilico tra ricercatezze folk e scintillanti sonorità jingle jangle in pieno stile Byrds, meravigliose armonie vocali ed armoniche da honky tonk caratterizzano un sound senza tempo, sorprendentemente pulito, che mal si sposava, forse, con la cupezza e l’immaginario malato di gente come i Morlock o i Gravedigger V, e quindi per questo rimasto troppo a lungo nell’ombra.

Un disco come Forever And A Day (raccolta di singoli incisi nell’88 e data alle stampe nel ‘93) merita di essere citato negli annali del folk rock psichedelico e l’occasione di vedere dal vivo una formazione del genere che, nonostante tutto, tiene ancora duro, non è soltanto consigliabile: è doveroso! (Angelo D’Elia)

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