reggae – hip hop

Damian Marley

Damian Marley

01 Luglio – Rock in Roma
Figli d’arte si diventa. L’atteso, ultimo, eclettico Marley, a Roma

Quello del figlio d’arte deve essere un ruolo estremamente duro da ricoprire. Soprattutto se il tuo cognome è Marley e sei l’ultimo figlio maschio di un personaggio che per le moltitudini ha assunto quasi il ruolo di Profeta.

Ultimo arrivato di una sterminata prole (13 figli), di cui più d’uno ha già tentato la via del successo, con risultati non esattamente esaltanti. I figli sono fatti per trarre beneficio dagli insegnamenti dei padri, non per seguirne pedissequamente le orme. Questo, Damian Jr. Gong Marley deve saperlo molto bene, ed è forse la ragione per cui è riuscito a salvarsi dal vortice della mediocrità.

Mantenendo sempre ben alti gli ideali e la bandiera sociale propugnata dal troppo prematuramente dipartito Robert Nesta Marley (reali ed incalcolabili i suoi contributi alla causa dei poveri nel mondo), è riuscito a discostarsi dagli stilemi paterni grazie alla dote dell’imprevedibilità. Con audacia e grande perizia tecnica (è l’unico Marley ad essere anche produttore, quindi artefice del proprio sound), è sempre riuscito a dare varietà alle sue produzioni, viaggiando con leggerezza tra il roots e l’hip hop di qualità, tra il nu soul e la dance hall.

“È cultura giamaicana, non tento di separarla o di classificarla”, dice Damian della sua musica, parole che trovano conferma tra i solchi di Welcome To Jamrock (2005), il suo album di maggior successo ad oggi, dove tradizione e modernità scendono a patti a suon di groove e raffinatissimi campionamenti. Una personalità che non riesce a rimanere ingabbiata negli stereotipi e alla quale, anche nelle collaborazioni meno riuscite, va sempre riconosciuta una certa dose di coraggio. Ci vuole coraggio per dare alla luce un album come Superheavy (2011), chiamando in cabina personaggi come Joss Stone, Mick Jagger e dei musicisti indiani.

Damian Marley è così, prendere o lasciare, e si esibirà all’Ippodromo delle Capannelle, il primo Luglio. A voi la scelta, come sempre, però, se siamo a qui a parlarne, magari vuol dire che… (Angelo D’Elia)

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