COUNTRY
Daniele Marini – (Foto di Giovanni Marotta)
Fegato Core e Polmoni
di Angelo D’Elia
LIVE REPORT – Qualche mese fa vi avevamo segnalato, seppur in maniera tardiva, Questa non è Nashville, disco d’esordio di Daniele Marini. Un pregevole distillato di puro outlaw country trasportato sulle sponde del Tevere, registrato arrangiato e soprattutto suonato come davvero non si usa più in questi tempacci bui. Va da sé che l’attesa di testare Marini e la sua band dal vivo era alta, tanto quanto le aspettative che, è bene dirlo subito, non sono state disattese, anzi.
Il cortile esterno del Traffic ha ospitato il live in un’atmosfera “intima” se vogliamo essere buoni, poco frequentata se si vuol essere un po’ più maligni – fate voi una media tra le due -, davvero un peccato. Perché ci vogliono davvero fegato cuore e polmoni (come si canta in Quinto Quarto, pezzo inaugurale della scaletta, che riassume in sé una filosofia di vita) per proporre una serata così in tempi come questi, ed i ragazzi, si sappia, di tali attributi ne hanno in abbondanza.
La band va dritta come un treno, tra ballate languide e strappalacrime e momenti honky tonk decisamente più ballabili, con il banjo sempre in prima linea e in costante contrappunto, le spazzole di Gianluca Giannasso (di recente arruolato nella band, ma già perfettamente integrato nel sound) a dare corpo e movimento, ed un Daniele Marini che dimostra un’estensione vocale che su disco era soltanto intuibile.
Tra un pezzo e l’altro – giusto il tempo di accordare gli strumenti – inscenano divertiti siparietti tra di loro e con il pubblico in sala, mantenendo sempre quel mood indolente e dolceamaro, quell’atmosfera in bilico tra la risata e la malinconia, che bisogna proprio avere nel DNA per riproporla in maniera così convinta ed autentica. Bisogna crederci insomma, ed i ragazzi ci credono fermamente.
Oltre ai pezzi del su menzionato disco, riproposto nella sua interezza, spazio anche ad alcune nuove composizioni, tra cui segnaliamo Dinosauro, vero e proprio inno (anti)generazionale, che non vediamo l’ora che venga registrata (si parla di un nuovo lavoro in programma per il 2021).