NOISE / GRUNGE


Hypnotica Factory


Pomezia-Seattle, solo andata


di Federico Ciampi

RECENSIONE – “Nessuna radice”. Decisamente un controsenso in termini, considerando le sonorità adottate. Ma ci piace così, in fondo. Stavolta mi piaceva iniziare questa recensione con una chiosa conclusiva, tanto per essere originale. Stiamo parlando del disco di debutto degli Hypnotica Factory, dal titolo “No Roots”. La band si candida prepotentemente ad essere una delle nuove realtà più interessanti della zona romana, con uno stile che ammicca smaccatamente agli anni ’90. È grunge, in sostanza, ma ammorbidito da una verve molto ‘modernista’, che la rende appetibile anche a gente che non sia cresciuta a pane e Nirvana.

Effettivamente, bollare tutto come semplice ‘grunge’ sarebbe un errore imperdonabile (a partire dal fatto che quel termine voglia dire tutto e niente, ma quella è un’altra storia che meriterebbe una discussione a parte); le influenze sono molteplici e vanno dallo stoner, al punk, alla psichedelia sixties, assumendo sfumature più o meno grezze e caustiche, a seconda delle necessità. Ve li ricordate i The Gits di Mia Zapata? Ecco, se fate caso a pezzi come “Original Mistake”, siamo da quelle parti e questo rende tutto molto interessante, considerando la pesante eredità lasciata dalla band di Seattle. Ottime le parti strumentali, non un mero sottofondo, quanto piuttosto un contraltare alla versatile voce di Marilina Vanni, che si occupa anche della stesura dei testi, inquieti e trattanti tematiche estremamente attuali, dal razzismo, alla violenza sulle donne.

Creerà sicuramente divisione la produzione, molto grezza e poco definita, ma posso dirvelo? A me piace un sacco, proprio perché in contrasto con la smania del suono ‘pulitino’ ed iperprodotto tanto in voga ora. L’influenza principale è il punk? E allora punk fino in fondo sia, diamine, anche e soprattutto nel sound adottato! Un unico appunto mi riporta al paragrafo precedente: la voce di Marilina, a mio modesto parere, potrebbe osare ancora un po’ di più in aggressività, essendone perfettamente capace (come dimostrano il pazzesco growl di “Without Fear” e l’eccellente “Help Me”, a mio parere uno dei brani migliori del disco).

Abbiamo a che fare in ogni caso con un ottimo lavoro, la band di Pomezia conosce ed ama la materia e la sa plasmare in maniera davvero notevole. Meritano più di un ascolto e, soprattutto, meriterebbero la visione dal vivo, perché si sente nell’anima e nei polmoni che si tratta di una band live, di quelle da club ‘spit and sawdust’ affossati nel calore e nella puzza di fumo. Cose d’altri tempi, che con questo dannato virus ci sembrano assurde. Ma veramente fino a un anno fa ci accalcavamo a pogare sotto un palco?

 

Hypnotica Factory
“No Roots”
(Lostunes Record, 2021)

Ascolto obbligato: “Help Me”


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