PROGRESSIVE ROCK
Inior
Roma si conferma terra fertile del prog
Torniamo a parlare, per la seconda volta in pochi giorni, di una band che lo scorso 25 settembre ha presentato dal vivo il suo primo lavoro discografico (se volete, trovate la presentazione del live nella sezione ‘Archivio’). Questa volta, però, ci occupiamo più strettamente del disco, cercando di fare un quadro complessivo di un’opera da annoverare nell’ambito delle band emergenti. Si parla di musica progressive.
Hypnerotomachia è il titolo dell’album d’esordio di Marco Berlenghini e soci. Vi sfido a pronunciarlo correttamente al primo colpo. Difficile ed intricato, ma allo stesso tempo evocativo ed affascinante, rende fin troppo l’idea di cosa ci aspetta inserendo il disco nel lettore. Ispirato ad un romanzo esoterico di fine ‘400, in greco sta ad indicare un combattimento d’amore in sogno e quello che esce fuori dall’ascolto è effettivamente un viaggio onirico negli intricati labirinti della mente; Hypenerotomachia risulta essere un vero e proprio concept album che, attraverso continui cambi di atmosfere, rende benissimo l’idea stessa del combattimento, consentendo però alla fine un barlume di speranza rassicurante che ci fa sentire leggeri.
Nonostante si percepiscano molto chiaramente gli ascolti di ognuno degli elementi della formazione (Genesis, Yes, Dream Theater ma anche Black Sabbath e Radiohead, solo per citarne alcuni), non si tratta di un copia e incolla di lavori prog ben più famosi. Non si parla di rivoluzione musicale, né di profonda innovazione, ma di un disco ben suonato e ben inciso, con degli ottimi spunti. Tra le 9 tracce presenti, probabilmente resteranno impresse la strumentale Mu.S.E e l’orientaleggiante Stain of Steel, il brano più lungo dell’album nonché quello più metal. (F.DiG.)
Hypnerotomachia
(Autoprodotto, 2015)
TRACKLIST
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FORMAZIONE
Marco Berlenghini: Chitarra
Flavio Stazi: Voce
Daniele Pomo: Batteria
Domenico Dante: Basso
Daniel Mastrovito: Tastiere