PROGRESSIVE
Ampia e profonda intervista con l’alfiere del Banco del Mutuo Soccorso
Un viaggio a ritroso che parte da “Transiberiana”, attraversa il Prog e la storia del gruppo, si fa Arte e linguaggio, nelle parole di un giovane saggio.
di Pietro Doto
INTERVISTA – Siamo ancora in grado di riconoscere la saggezza? Siamo ancora in grado di percepire le occasioni speciali quando ci si parano davanti?
Nel 2019, a 25 anni dall’ultimo album di inediti, il Banco del Mutuo Soccorso è tornato con un lavoro, a conti fatti, incredibile: Transiberiana. Su musiche composte da Vittorio Nocenzi con il figlio Michelangelo, si dipana un racconto a fior di pelle opera di Nocenzi stesso e Paolo Logli. Nuove sfide e care certezze, rilanciate al vertice da una formazione ovviamente rinnovata, con il ruolo più atteso affidato, con successo, a Tony D’Alessio.
Nel mezzo, di cose ne son successe. Ciò che contava un anno fa e ancor più oggi, è lo stato di salute del Banco; come giustifica la sua esistenza; come onora il suo passato. “Giganti sospesi nell’incredibile”, così li aveva definiti il nostro Federico Ciampi nella sua recensione del disco: “Questo è in tutto e per tutto un disco del Banco, e merita di essere tale”. Le risposte che cercavamo, in realtà, ci erano già state fornite dalla musica.
Poi, abbiamo avuto la fortuna di incontrare Vittorio Nocenzi, in tutti i sensi alfiere del gruppo. Abbiamo sentito l’odore delle occasioni straordinarie. Saggiamente abbiamo atteso riscontro, sino alla profonda leggerezza. Ed ecco qui un’intervista che ci rende felici felici.
Per educazione ci saremmo accontentati di una ‘banale’ intervista: il nostro destino nelle mani della disponibilità e dello spessore dell’interlocutore. Sì, potevamo accontentarci! Epperò ci sarebbe piaciuto intavolare dei veri e propri discorsi – intavolare, soprattutto; ma questa è un’altra storia -, attorno ad alcune tematiche in particolare, forse le solite da ‘massimi sistemi’, ma con aspettative di risposta più alte del solito.
Profonda leggerezza. Eccole qui, di seguito, molte delle risposte – nel peggiore dei casi, elaborate meglio – che spesso cerchiamo (noi e voi tutti, ne siamo certi) dagli artisti che intervistiamo. Per noi, un piccolo documento storico, la testimonianza di un’esperienza non comune, di una visione ben precisa, che riguarda l’Arte come la Vita, che è in grado di individuare punto di partenza e prospettiva.
Il nuovo album. L’essenza artistica del Banco e del Prog. La storia del gruppo fra tradizione e innovazione. L’Arte e il suo linguaggio. Il rapporto con la critica specializzata. A pochi giorni dal ritorno sul palco in quel di Majano (Udine), dopo lo stop forzato causato dal covid-19, vi proponiamo un’intervista ricca di contenuti, per ricordare ai distratti cosa vuol dire Banco del Mutuo Soccorso, ma ancor più per mostrarlo ai neofiti. E non perderli dal vivo.