ROCK / BEAT
Statale 66 – (Foto di Giulio Mautone)
Intervista al gruppo in occasione del fresco Rock-A-My Head
L’iperattiva resident band di Stracult si apre di fronte ai microfoni di Lester
di Pietro Doto
INTERVISTA – Dopo Rock Trip Vol.1, di cui abbiamo parlato e scritto, abbiamo incontrato, in carne ed ossa, gli Statale 66, la resident band del programma di culto Stracult (su Rai2), in occasione dell’uscita del nuovo ‘nude&rude’ Rock-A-My Head.
Individuabili alla massa per tale onorevole nota nel curriculum, per chi vive musicalmente la nostra città – Roma, quale altra sennò? – gli Statale sono di più, ben più che un gruppo che si esibisce anche in tv. Anche, appunto, ché Alessandro Meozzi, Giulia Meozzi e Mary Di Tommaso battono in lungo e in largo la Capitale, instancabilmente: così si fa, cazzo!
Dubitare della bontà del loro spettacolo sarebbe pura eresia, una prova la trovate su Lester stesso, nel live report dello scorso aprile, per l’articolato e incandescente Cine Rock Show.
La loro spontaneità e la loro autenticità sono contagiose, detto ciò, la critica è critica e come sempre in sede di recensione non ci faremo abbindolare da ammesse simpatie; quello che si può affermare, in ogni caso e a priori, a parere del sottoscritto, è che la musica del trio gode di personalità e della giusta dose di gusto, per cui l’ancoraggio a stilemi iperclassici non suona come un difetto.
Per buona pace di chi ha fede solo e soltanto nell’innovazione a tutti costi – che, per inciso, essendo una fede non ammette molte repliche o contestazioni e già solo per questo non ci piace: spazio per tutti al mondo. Buona visione.
Intervista raccolta da Angelo D’Elia
Foto di Giulio Mautone
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