COUNTRY / BLUEGRASS


Keet & More (foto di Matteo Casilli)


Intervistiamo il trio romano sull’onda del nuovo singolo “You Better Watch Out”
Hanno il dono dell’autoironia, ma quando prendono in mano gli strumenti, le cose si fanno serie

 

Keet & More – “You better watch out” (foto di Marco Ghiaccio)

di Angelo D’Elia

Attivi sin dal 2016, i Keet & More hanno saputo conquistarsi negli anni uno spazio del tutto particolare nel panorama musicale di Roma e dintorni. Sì, sono quei capelloni in salopette e camicie a quadri che hanno partecipato ad Italia’s Got Talent. Sì, hanno inscenato un siparietto (preparatissimo, a parere di chi scrive) in cui hanno condiviso il palco con il più cattivo dei giudici ed il più pelato degli chef (o viceversa). Sì, sono simpatici e caciaroni, stravaganti al punto giusto per catturare l’attenzione per il tempo di un video su youtube. Ma attenzione, sotto quelle salopette e quelle folte capigliature, c’è qualcosa di più.

Già, perché Lorenzo Spinato, Luca Del Rosso e Mario Rea hanno il dono dell’autoironia, del non prendersi troppo sul serio, dell’approcciare la materia in maniera scanzonata, ma quando prendono in mano gli strumenti, le cose si fanno serie, eccome. Lo sa chi ha avuto modo di assistere anche ad uno dei numerosissimi live che hanno accumulato negli anni, o di ascoltarli su disco (Overalls, 2019). I ragazzi amano il country folk ed il bluegrass, amano quell’immaginario e ne ripropongono una versione rispettosa ma estremamente energica e coinvolgente, con in più quel piglio ironico e beatamente cazzeggione che non può non far breccia anche nei cuori di chi, di gente come Bill Monroe o Willie Nelson, non ha mai nemmeno sentito parlare. Hanno fregato anche noi con quelle maledette salopette… mannaggia Keet & More!

In genere, qui in Italia, quelli che suonano country/bluegrass, hanno prima intrapreso percorsi alternativi (dal metal all’hardcore, ecc…), per poi trovare in questo genere una sorta di ritorno alle radici. Avete fatto anche voi questo tipo di percorso? Come vi è nata questa passione?
Tutti e tre avevamo già avuto contatti con il country in passato, un genere che ci aveva sempre affascinato ma che non avevamo mai suonato. Leggenda narra che ci conoscemmo sul regionale veloce Sulmona-Memphis passante per Sora: dopo ore passate a suonare ballate country tra i vagoni nacquero i Keet & More. La verità? Quasi per gioco abbiamo creato questa country band e sin dalla prima serata ne siamo rimasti stregati.

Leviamoci subito il dente: Italia’s Got Talent. A chi è venuta in mente l’idea di partecipare? Questa esperienza vi ha concretamente dato qualcosa in termini di visibilità, oppure, come si suol dire, passato il santo passata la festa?
È stata una proposta arrivata all’improvviso, nessuno dei tre se lo aspettava; non ti nascondiamo che aver avuto Bastianich in giuria è stato un vero colpo di fortuna. Per quanto riguarda i social e le varie piattaforme digitali ci è stato veramente di grande aiuto, una vetrina d’eccezione che ha fatto arrivare la nostra musica ad una fetta di pubblico che con la sola attività live era molto difficile da raggiungere. Ma come recita la canzone, “It’s a long way to the top if you wanna rock n’ roll”.

Il nuovo singolo appena uscito – della durata inferiore ai 2 minuti, una cosa davvero molto punk – è il preannuncio di un nuovo disco? Cosa bolle in pentola per il futuro?
Forse! Durante questo periodo di chiusura totale abbiamo preparato qualcosa tra una videochiamata e l’altra, ci stiamo lavorando. Un prossimo lavoro in studio non è da escludere, vediamo come evolveranno gli eventi futuri.

Quando vi si ascolta su disco, a livello strumentale siete molto più “seri” e competenti di quanto non vogliate far apparire, e in questo vi aiuta anche la lingua inglese. Avete mai pensato di comporre in italiano, o vi frena il rischio che possiate passare come una semplice parodia del genere?
È una cosa a cui abbiamo già pensato in passato, proprio per non incorrere in una “parodia” del genere stiamo aspettando il testo perfetto da cucire sulla giusta melodia; per adesso niente, lo stiamo ancora cercando.

Come già detto, per voi la dimensione del live è davvero fondamentale. Come e dove vi immaginate il vostro primo live dopo questi mesi di deserto? Sarete pronti?
E lo chiedi? Siamo prontissimi! Va bene qualsiasi posto! Come tutti gli altri musicisti e gli addetti del settore non vediamo l’ora di ricominciare. Anzi, pensandoci bene, forse un pub con un pubblico ristretto ma voglioso di ballare potrebbe fare al caso nostro.

Fatevi la domanda che nessuno vi ha fatto ma che avreste tanto voluto ricevere. Ovviamente fornite anche la risposta.
Quante volte andate dal parrucchiere? Circa una volta l’anno.

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