PSYCHEDELIC / RAGA ROCK

Kula Shaker

26 Febbraio – Orion Live Club
L’india e la psichedelia aggiornati al 2016

In questa settimana tornano sui palchi italiani, e in particolare venerdì 26 febbraio su quello dell’Orion Club di Ciampino, gli inglesi Kula Shaker, esattamente 20 anni dopo il loro exploit in salsa indiano-psichedelica e a pochi giorni dall’uscita del loro ultimo lavoro.

Alla metà degli anni ’90 Crispian Mills e soci, dopo un viaggio che colpisce moltissimo il biondo headliner, imboccano un sentiero molto particolare: mescolare la musica tradizionale indiana – strumenti come tabla, sitar e tambura compresi – col rock occidentale anni ’60, preferibilmente psichedelico. Non è qualcosa di completamente sconosciuto per il panorama musicale inglese, visto l’interesse per i suoni orientaleggianti già manifestati dai Beatles in tempi non sospetti, ma si tratta dell’idea giusta al momento giusto: nel 1996 l’album K registra un successo di vendite stellare e Govinda, pezzo contenuto in quel lavoro e scritto interamente in sanscrito, è tuttora il loro brano più conosciuto.

20 anni dopo, nel 2016, è il tempo di K 2.0: dopo l’esaltante stagione del successo, periodi di incomprensioni con i giornalisti, progetti paralleli e rapporti riallacciati, i Kula Shaker partoriscono un nuovo album continuando a guardare al passato (molto) e al misticismo indiano (poco), ma soprattutto alla propria carriera. Il riferimento al nome dell’album che ne ha segnato la consacrazione è infatti evidente, e sebbene i suoni siano stati aggiornati per adattarsi al presente, vibra nell’aria la grande voglia di suonare di una band che è ripartita da zero, con onestà.

I Kula Shaker hanno un’identità molto ben definita, atipica, mai del tutto allineata e per questo sempre interessante. In più, sanno perfettamente come dosare gli elementi delle loro composizioni, rivolgendosi ora più all’India, più alla psichedelia, alle melodie o agli anni ’70. Quella celebrata all’Orion Club sarà una ripartenza, ma sarà altrettanto piacevole ascoltare alcuni dei pezzi più particolari degli anni ’90 inglesi. (Silvia Protano)

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