PSYCHEDELIC POP
Le Mura
Grandi Numeri per grandi numeri – Un risultato lodevole
Ascolta il disco Sat Nam
(Maciste Dischi – 2017)
RECENSIONE – Finalmente, dopo sei anni di singoli, EP e soprattutto esibizioni dal vivo ad alto tasso di elettricità, Le Mura giungono al meritato traguardo (e definitivo banco di prova) del long playng. Un percorso lungo, in cui la band ha dimostrato innegabili qualità, proponendo un efficace e sano rock ‘n’ roll dalle tinte garage, con una spiccata propensione alla psichedelia, il tutto condito dalla vena surreale ed irriverente dei testi di Andrea Imperi.
Per affacciarsi al mercato dei grandi numeri, se si proviene dalla scena ‘underground’, ci vuole una certa dose di intelligenza per sfruttare al meglio i propri mezzi e attirare a sé la maggior fetta di pubblico possibile, senza snaturare troppo quelle che erano le intenzioni di partenza. Un equilibrio difficile da mantenere, ma bisogna dire che la band, con questo Sat Nam, porta a casa un risultato lodevole.
Tutto sembra molto più centrato, in quest’ ultima release, da un sound molto più saturo e corposo rispetto al passato, ad un tono generale allegramente svaccato, che sfida sullo stesso territorio la gran parte delle proposte italiane indie che vanno per la maggiore al momento (vedi Calcutta, Stato Sociale e affini…), ma lo fa con acume ed un’ironia sempre velata d’amarezza. Il cantato di Andrea Imperi è volutamente sgraziato, convulso, ricorda in più di un’occasione il Battisti impaziente ed eccitato di Amore non Amore, ed è proprio l’amore, visto sia come delusione che come spinta vitale, ad animare buona parte delle liriche di Sat Nam.
Il disco poi, vanta una produzione di gran qualità: sia nei pezzi più tirati, come l’iniziale Tutto mi sta portando a te, dove la chitarra di Gabriele Proietti ed il basso di Gabriele Correddu hanno un suono acido, dal retrogusto vagamente stoner, eppure allo stesso tempo estremamente orecchiabile ed accattivante (e che non sfigurerebbe in heavy rotation nelle radio più blasonate); sia quando i toni si abbassano e spuntano scintillanti chitarre acustiche come in Tu non capisci niente Jack, in cui tastiere e coretti da surf music coloriscono una esilarante dichiarazione di amore/odio verso quel compagno che tutti abbiamo e che ascolta pazientemente i nostri tormenti, beatamente strafatto e spalmato sul divano.
Da segnalare due importanti featuring: in Quando stai con la donna giusta, Roberto Dellera fa sentire le sue influenze beatlesiane in quello che è il pezzo più marcatamente pop dell’album, e Lino Gitto (The Winstons, Dellera) nella conclusiva Bestemmierò, che chiude il disco in tono dimesso: una ballata ammantata di malinconia, di grande atmosfera, in cui fa addirittura capolino un sax che suona note struggenti, che sembrano arrivare da molto lontano.
Un lavoro di grande maturità artistica (nascosta sotto una patina di spensierato cazzeggio), pieno di sano e schietto rock ‘n’ roll, ma anche di accorgimenti e sfumature che vengono fuori solo ad un reiterato ascolto. Speriamo non si debba aspettare altri sei anni per una seconda prova ma, per il momento, Le Mura sembrano solide e ben costruite. (Angelo D’Elia)