Pop / Rock
19 maggio 2016 – Monk (Circolo Arci)
Occhi puntati su Chiara, Livia e Giulia. Nessuna distrazione
A dirla tutta, l’obiettivo più importante per questo genere di iniziative, è garantire agli artisti coinvolti un buon numero di ascoltatori, nuovi. Da questo punto di vista, la seconda edizione della Lester Night ha centrato il suo obiettivo, visto che la stragrande maggioranza dei presenti aveva a dir tanto ascoltato una sola nota del repertorio di Giulia Villari, Livia Ferri e Chiara Vidonis. Considerando, poi, le reazioni entusiastiche del pubblico, si porta a casa una soddisfazione piena.
In dispetto ad un tempaccio odioso (gli angioletti han deciso di fare tanta pipì dopo giorni di calma apparente… – N.d.R.), fortunati si son potuti dire i tanti presenti che hanno trovato non solo riparo nel circolo del Monk, ma anche una grande accoglienza e calore dalle esibizioni delle ragazze summenzionate.
Quello che la redazione ha potuto toccare con mano è stato l’entusiasmo tipico della prima scoperta, dal pubblico indistintamente esteso a tutte le artiste, segno incoraggiante che la ‘selezione’ proposta è stata indovinata. Zio Lester di ciò è soddisfatto.
Del resto le ragazze non si sono risparmiate, nonostante l’ampiezza del locale, crediamo si sia respirata un’atmosfera famigliare, a partire dalle prove, un’aria rilassata a cui hanno contribuito in primis proprio loro, le prime donne, prime innanzitutto per professionalità.
Giulia Villari è giunta alla serata con un piccolo incidente al polso che non le ha permesso di suonare: non tutto il male è venuto per nuocere. Intanto perché l’essere accompagnata da un chitarrista ha giovato più di quanto potersi aspettare. Giulia ci è piaciuta ancor più del concerto al Defrag, in Gennaio (Lester Night #1 con i Martingala). L’accompagnamento in elettrico piuttosto che in acustico ha esaltato una dote che noi adoriamo, quella più decisa, rock, anche solo come attitudine, tanto che ha potuto concentrarsi meglio su ogni aspetto della sua esibizione – November ha ritrovato la sua anima e si è persino colorata di porpora.
La seconda ragione per cui la contingenza si è scoperta fortunata, è la persona che ha accompagnato Giulia alla chitarra, Sante Rutigliano, chitarrista degli eccellenti Thee Elephant , nonché stimato autore di colonne sonore per cinema e televisione: Sante ha contrappuntato con ‘grazia rumoristica’ la grinta di Giulia. Ciliegina sulla torta, lei ci ha regalato un interessante inedito: in vista del nuovo disco, la curiosità è aumentata…
Nel bel mezzo del Cammin, è proprio il caso di dirlo, ripensando anche al titolo dell’ultimo disco, A Path Made by Walking, Livia Ferri. In men che non si dica, questa volta al cospetto di una band al completo, ma in particolare per la capacità di questa artista di afferrare gli umori e renderli favorevoli alla condivisione, il pubblico è stato catturato e condotto in un universo riflessivo, delicato, intenso.
Dots ha assunto, per il sottoscritto, un momento emblematico del concerto, resa ancor più liquida dal vivo, ogni passaggio spalmato sulla sua essenza. Un’esibizione musicalmente introspettiva, com’è nelle corde dell’artista, condotta da una Livia piacevolmente più ciarliera del solito, così ci è sembrato (e ci piace pensare sia un ulteriore effetto di un’atmosfera congeniale – N.d.R.), di fronte ad un pubblico saldamente ancorato.
In un gruppo rodato come quello che accompagna Livia, è spiccato l’apporto di Andrea D’Apolito, per una versatilità tutto meno che effimera, fra chitarra, harmonium e tastiere, è lui che definisce le sfumature delle composizioni.
Con l’arrivo di Chiara Vidonis, il crescendo è servito. Chiara è l’ultima delle 3 ad aver pubblicato un disco, il recente Tutto il resto non so dove; in una sorta di sintesi della serata, ci troviamo di fronte a cantautorato, a determinazione e sensibilità, tutto letto in chiave decisamente rock.
La ragazza si è presentata in scena come una bimbetta, con tanto di t-shirt dei Nirvana, come a dire: “e questo è quanto”. Poi ha attaccato e l’impianto è esploso in tutta la sua potenza. Quando c’è da spingere, Chiara non alza di certo le mani, anche lei trova nel gruppo un supporto lodevole, anche qui l’esibizione della chitarra solista si è resa degna di nota (ancora! – N.d.R.): strappato per questa serata al tour di Daniele Silvestri per il quale suona attualmente, Daniele Fiaschi ha espresso una perizia tecnica di gran gusto, ‘sporcando’ a puntino momenti forti come Quando odiavo Roma che, tra l’altro, bisogna ascoltare dal vivo per capire di che mostro si tratti. Altrettanto incisiva, dal vivo più del disco, Lo stato mentale, davvero minacciosa. Ottimo.
Sì, ottimo, ma poi, in chiusura, in totale… ‘ste qua, come cantano? Eh, cantano bene, proprio bene. 3 differenti personalità da un timbro vocale ognuno a suo modo risoluto, adulto, autentico. Tutto vero, senza filtri, soprattutto senza riserve. Tanto che a vederle in scena, poi lontane dal palco, capisci quanto mondo ha dentro ognuno di noi, più di quel che si immagina. (SEO)
Zio Lester ringrazia Tatiana Nondj Selecta per il supporto incondizionato.