PSYCH ROCK


Black Snake Moan – (Foto di Giovanni Marotta)


Black Snake Grows

di Angelo D’Elia 

LIVE REPORT Veder crescere e maturare un talento, un vero talento, è una di quelle cose che ti mette, temporaneamente, in pace con il mondo, dandoti una più rosea prospettiva per il futuro. Smancerie a parte, è davvero un piacere toccare con mano quanto il percorso artistico di Marco Contestabile, alias Black Snake Moan, si sia evoluto nel giro di così poco tempo, portandolo dai piccoli club della capitale e dintorni, a calcare i parchi europei (anche di festival di una certa importanza).

Accantonate (parzialmente) le influenze più smaccatamente blues che caratterizzavano l’esordio Spiritual Awakening, questo Phantasmagoria, seconda release presentata dal vivo al Lanificio 159, suona davvero bene. Black Snake si presenta con un vasto parco chitarre al suo servizio, tra 12 corde elettriche ed acustiche, sitar elettrico ed una bellissima Gretsch d’annata, il che vuol dire soltanto una cosa: cura per il dettaglio, per un suono che fa vibrare d’atmosfera ogni corda.
La sua musica si è fatta più oscura ed ascetica, in composizioni avvolgenti come un mantra, che puntano allo stato d’ipnosi, come un raga indiano, suonato dai Velvet Underground. E lui stesso sembra in trance, durante un’esibizione senza sbavature, che conferma una volta di più la sicurezza acquisita come performer.

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