INVASIONE MONOBANDA


Belly Hole Freak – (Foto di Paolo Zahami)


Cibo dell’anima

Bonny Jack
Spookyman
Belly Hole Freak
Mr. Deadly One Bad Man
Davide Lipari



di Angelo D’Elia 

LIVE REPORT – Dove eravamo rimasti? Qualche secolo fa eravamo pronti a spiccare il balzo, carichi come molle, eccitati come scolaretti, con l’Invasione Monobanda alle porte e tutta una serie di eventi da seguire e/o patrocinare che ci avrebbero dolcemente traghettati verso la calda e frenetica Estate Romana. In parole povere “Quest’anno famo er botto!!”, ci si era detti. Poi l’impensabile: la paura, la chiusura, l’introspezione, la lenta ed estenuante risalita verso la speranza ed ora, forse, la rinascita.
Non abbiamo ancora ben capito come muoverci nel ‘Mondo Nuovo’ e quanto nuovo sarà effettivamente questo mondo (ben poco, suggerisce la parte più pessimista di noi), ma bisogna pur sempre ricominciare e la volontà di rimontare in sella al cavallo imbizzarrito, da queste parti, non è mai mancata. E quando si riparte, è saggio giocare in casa, perché non neghiamo che a questo posto, e soprattutto alle persone che lo animano, siamo legati da un affetto particolare, ed è davvero una gioia poter testimoniare che una giornata del genere è ancora possibile.

L’Invasione Monobanda si rimpicciolisce a misura di giardino, invadendo quella piccola oasi di pace situata tra i Castelli Romani che è il Blues Garden (Home Restaurant) di Matteo Senese, padrone di casa dal multiforme ingegno e dai molteplici talenti, dalla cucina alla chitarra, ed abbiamo avuto modo di saggiare entrambi. Proprio lui ad aprire le danze, dismesso il grembiule da chef ed indossati i panni laceri di capitan Bonny Jack, ci ha offerto una prestazione di gran classe, un po’ trattenuta (ma aveva, letteralmente, altra carne al fuoco di cui occuparsi), ma caratterizzata da una cura per il suono fuori dal comune, e che comunque ci ha regalato alcuni momenti ad alto grado d’intensità: un ottimo aperitivo, non vediamo l’ora di rivederlo a pieno regime.

A seguire, come seconda portata, l’altrettanto valido Spookyman, caratterizzato da atmosfere più morbide e noir, la sua musica evoca nottate insonni passate a bere whiskey in fetide bettole, fantasmi che compaiono alla fine di un vicolo scuro e malfamato, in una notte di pioggia incessante. Ha forse scontato un po’ la luce del sole che batteva sulle sue note, ma chi ha posto attenzione ed orecchio, ha vissuto momenti emozionanti.
Quando il sole comincia a calare, ecco che arriva lui, Belly Hole Freak, il mostro, il demone sotto la pelle, capace di scavare nelle tue budella per arrivare a lacerarti l’anima, con i suoi ululati spaventosi e strazianti, con le sue rasoiate di slide guitar sparate fuori alla velocità della luce. Una macchina di ritmiche scomposte, impossibile per chiunque stargli dietro, BHF è la quintessenza del monobandismo, la vera decostruzione del blues. Uno dei pochi ancora in grado di suonare fast ‘n’bulbous, come avrebbe detto qualcuno, ridendo sotto i baffi, da chissà quale altrove.

Al giunger della notte, è il momento di Mr. Deadly One Man Band, e l’oscurità non poteva essere accolta in maniera migliore. Veloce come un treno e massiccio come uno schiacciasassi, Mr. Deadly, chitarra, armonica e grancassa, pesta un blues sporco e assordante, qualcosa che sembra uscito fuori da un incontro malato tra Jimmy Reed ed i Cramps.
A chiudere in bellezza, un più che gradito ritorno. Non lo si vedeva da un po’ Davide Lipari (One Man Bluez, The Cyborgs), e bisogna dire che lo abbiamo ritrovato in una forma davvero smagliante: un po’ di sano vecchio blues suonato alla vecchia maniera, con piglio decisamente southern ed attitudine da vero veterano, una goduria per le orecchie!

Da non dimenticare, tra una portata musicale e l’altra, le selezioni in vinile di Dead Music (nella persona di Freddie Koratella, altro artefice di questa giornata memorabile) con un set insolitamente classico, divertente e divertito. Perché per ricominciare, bisogna pur ripartire dalle basi.

Foto di Paolo ZahamiLester ringrazia di cuore

 

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