PSICHEDELIA


Rome Psych Fest III – (Foto di Nael Manuela Simonetti)


Uno Stato Mentale Senza Confini

di Angelo D’Elia

LIVE REPORT 1  – La psichedelia è uno stato mentale, una predisposizione ad espandere e contaminare i propri orizzonti: alla sua terza edizione, il festival che esplora l’argomento in tutte le sue forme, ha dato ampiamente modo di esplorare tale attitudine. La serata del 9 è stata all’insegna di sonorità più classiche ed hard: i Dead Meadow ci hanno mostrato come la semplice formula del trio chitarra/basso/batteria possa essere, ancora oggi, più che sufficiente per scardinare le porte della percezione. Compatti, duri, acidissimi. In un’alternanza senza respiro tra i due palchi ai lati opposti della sala, da citare fra tutti l’oscurità degli italianissimi Go!Zilla, artefici di un sound abrasivo e ‘pericoloso’: la lezione degli Hawkwind non è andata perduta.

LIVE REPORT 2  – Per la serata del 10, la parola d’ordine è stata ‘espandere i confini’, geografici oltre che mentali. Direttamente dall’Africa, Idris Ackamoor ed i suoi Pyramids hanno offerto la migliore esibizione del festival. Difficile davvero vedere qualcosa di migliore dal vivo, un calderone ribollente di astrazioni free jazz e concretezza tribale, in un viaggio verso destinazioni aliene.
I ritmi della terra hanno continuato a pulsare con i colombiani Meridian Brothers, che prendono la Cumbia e la immergono in poderose dosi di peyote: il risultato è stata una danza collettiva che ha portato la platea a lasciarsi andare. Completamente.
Menzione d’onore, infine, per gli italiani Mamuthones, con la loro schizzata mistura di industrial e dark wave, il tutto su ritmiche al limite della disco music!

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