PSICHEDELIA


Rome Psych Fest IV – (Foto di Giovanni Marotta)


Una tempesta dionisiaca (dentro e fuori)

di Giovanni Marotta 

LIVE REPORT Il Rome Psych Fest compie quattro anni e, quello trascorso, è un compleanno decisamente bagnato. Roma è funestata dalla tempesta e la sezione naturale fa il suo corso; il pubblico sembra meno numeroso rispetto alle passate edizioni, infatti, ma ce l’ha fatta chi possiede una genetica rock più solida.
D’altra parte, quello dello Psych Fest è un habitat in cui chi ha un DNA smaccatamente rock non può che sentirsi a casa. Lo schema è quello ormai consolidato: due giorni e due palchi, uno di fronte all’altro, su cui si alternano, con un ritmo incalzante, cinque band per serata; i presenti, come i loro sollecitati neuroni, rimbalzano dall’uno all’altro, stazioni di una via crucis fatta di psichedelia – ma non solo -, celebrata in svariate forme e declinazioni.

Il primo giorno si apre con Gabriele Poso e la sua dance elettronica, condita con le sue percussioni dal ritmo palesemente latino, che guida le anche ondeggianti della platea più danzereccia; girati i tacchi verso il secondo palco, è la volta del folk-rock turco di Umut Adan; ancora, Mauskovic Dance Band, Snapped Ankles e, in chiusura, la raffinata psichedelia, da un inconfondibile gusto anni ’60, dei Jennifer Gentle.

L’inizio della seconda serata è fragoroso: tanto per mettere subito le cose in chiaro con i nostri timpani, i The Gentlemens esplodono, senza pietà, punk-blues distorto ed energico. Dopo di loro gli Eluis Inferno & The Magic Octagram, i Be Forest e le eleganti architetture elettroniche di Kazu; per non farsi mancare nulla, chiudono il cerchio i White Hills, duo newyorkese il cui suono massiccio, incalzante, frastorna e rievoca le atmosfere brutte, sporche e cattive degli Stooges.

Ma non è tutto. Nonostante il ricco menù, che offre più portate di un ricevimento nuziale, qualche convitato potrebbe avere ancora appetito. Quest’anno il Rome Psych Fest riserva, dunque, uno spazio alla scena monobanda: sul palchetto del Monobanda Stage si esibiscono La Bruta e Belly Hole Freak. (proprio come la spaghettata di mezzanotte di un matrimonio al Sud). Un cerimoniale collettivo che abbatte le convenzioni e libera gli istinti vitali e la creatività.

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