Alternative Rock

Marlene Kuntz

23 marzo 2016 – Quirinetta Caffè
Marlene commuove anche le nuove generazioni

Ogni artista è colpevole del proprio percorso e non sono molte le vie che portano alla persistenza temporale, sempre più difficile nel business famelico più che mai della musica contemporanea. Alcune di queste vie sono più insidiose, in ogni caso, se a distanza di tanti anni dal tuo debutto sei ancora lì potendo beneficiare di un pubblico sempre folto, hai svolto bene il tuo lavoro. Soprattutto quando godi dello status di gruppo storico sì, ma sempre attivo, piuttosto che della necessità di innalzare un proprio status a godimento.

I Marlene di oggi si dissetano prima di tutto ad una fonte giovane, un ricambio generazionale che non è fortuna di tutti, nonostante (?) le scelte operate durante il loro percorso siano state foriere di insidie, da cui l’annosa ‘polemicuzza’ riguardo l’abbandono progressivo delle trame rumoristiche degli esordi.

Se per il sottoscritto, quello del 23 marzo al Quirinetta, è stato un gran bel concerto, per le nuove generazioni è stato eccezionale, segno che le asperità noise che sono tornate a fare capolino esattamente nell’ultimo disco Lunga Attesa, sono gradite e molto anche dalle generazioni che conoscono Marlene in vesti più soft.

Il punto è tutto qua: in una scaletta puntellata da naturali ripescaggi del passato, fra cui è spiccata una voluttuosa versione di Ape Regina (nel secondo e bis!), a convincere maggiormente sono stati molti dei pezzi nuovi, a cominciare dall’apertura di La Città Dormitorio e il singolo Fecondità, davvero grintose, pur conservando l’eleganza che contraddistingue l’ultimo lavoro e, in genere, Marlene della seconda parte di carriera, per finire con Leda, capace di compiacere 2 anime sostanziali del gruppo e, così, il pubblico nella sua totalità.

Tutte, però, qui baciate dalla spigolosità del suono live. E ancora si può dire poco riguardo alla resa live del gruppo, a meno che non perduriate nella ricerca della bolgia a tutti i costi, nel qual caso, rassegnatevi, il tempo passa per tutti. Nel bene e nel male, da valutare in un cuneo equivalente a 2 abbondanti ore di spettacolo, con un’intensità costante che ancora pochi come i Marlene Kuntz sanno reggere. (SEO)

Photo by Lisa Pepe

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