Post-Rock / Indie
Mary in June
Ad un passo dal salto
“Un flusso emotivo fatto di immagini allucinate ed allucinanti che esplora la nostra personalissima provincia dell’anima”: così i Mary in June hanno definito Tuffo, il loro ultimo lavoro uscito lo scorso Aprile per V4V. A 5 anni da Ferirsi (album per cui avrebbe calzato perfettamente la stessa definizione), con una lunga gestazione e la collaborazione con Giorgio Canali* alla produzione, ciò che ci si aspettava dalla band romana era un lavoro che dimostrasse maturità e consapevolezza dei propri mezzi, apripista per una eventuale e futuribile consacrazione.
Il risultato però si è compiuto a metà. Il tuffo non porta ancora in acque profonde ma è carico di intensità ed elettricità e regala momenti altissimi come Combustibile, ballata elettronica su un amore difficile (Quando troverò il tempo per amarti sarà già domani), Confini e il suo inquieto incedere fatto di esistenzialismo (C’è purtroppo qualcosa che noi non capiremo mai), Un giorno come tanti, la migliore traccia dell’album, in cui trova spazio il racconto delle stragi di guerra, sospinto da un incedere maestoso ed emozionante.
Impossibile quindi mettere in dubbio le doti dei Mary in June ma, parallelamente a dei buoni momenti, troviamo stralci di un passato che non dovrebbe essere seguito pedissequamente ma che andrebbe valorizzato e tradotto in un linguaggio diverso, magari esaltando maggiormente una vena post-rock (Qualcuno con cui correre) che risulta tanto genuina quanto esperta.
Lo stile, dunque, che li aveva contraddistinti nel precedente lavoro e li avvicinava ad altre realtà italo-indie come FBYC e Gazebo Penguins, è un fardello ancora troppo presente che fa di Tuffo un album a tratti troppo ‘brondiano’, sospeso tra un malessere esistenziale da dissimulare, inserito in un freddo contesto urbano e, a livello testuale, un continuo rimpallo tra tempo imperfetto (ricordi) e futuro semplice (volontà e speranze che non si realizzeranno mai).
La volontà di uscire dai propri confini c’è stata ma il risultato finale non ha portato la giusta dose di cambiamento. Tuttavia i Mary in June restano tra i migliori rappresentanti di un certo noise all’interno della scena romana e siamo certi che il salto di categoria sia solo rimandato. (Stefano Capolongo)
* Nel recentissimo lavoro di Canali, Perle per porci, un album di cover ricercate, compare Un giorno come tanti.
Testualmente: MARY IN JUNE è una band di Roma che in questi giorni sta facendo uscire un nuovo album contenente questa canzone che, per la prima volta, era stata pubblicata nel 2011 sulla compilation “Il Sottosuono volume 3” dall’0monima rivista musicale romana. Ale Morini, frontman della band, canta con me in questi disperati ritornelli.
Ascolta il disco Tuffo
(V4VRecords, 2016)
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FORMAZIONE:
Alessandro Morini: Voce, Chitarra, Testi
Aron Carlocchia: Elettronica, Synth
Marco Compagnucci: Batteria
Vincenzo Grieco: Basso