ORCHESTRA


MateMusik band

 

Sosteniamo il crowdfunding dei giovani talenti della MateMusik band & crew

Il singolo “Come te” suona come una promessa mantenuta: aiutiamoli a realizzare il loro disco d’esordio

La Matemusik Band, l’ensemble musicale dello Spazio Giovani e Scuola D’arti Matemù, si esibirà dal vivo venerdì 24 settembre prossimo al Teatro Biblioteca Quarticciolo, in apertura dello spettacolo “Fake Folk” di Andrea Cosentino

 

di Francesca Moschetti

MaTeMù è una parola che sembra suonare come una formula magica, ma in realtà è solo il nome di un luogo e di un progetto. Il luogo consiste in uno spazio di incontro e produzione artistica nel cuore dell’Esquilino, uno dei quartieri più difficili di Roma, tristemente noto per i gravi problemi di vivibilità legati anche alla convivenza tra le diverse comunità che lo abitano, infatti il 33% della popolazione è costituita da stranieri di cui il 10%  giovani fra i 10 e i 25 anni, mentre il progetto è quello di offrire a questi ragazzi un libero e gratuito accesso alla cultura e all’arte, con la possibilità di esprimere idee e creatività e combattere l’isolamento sociale e culturale derivante anche dalla dispersione scolastica.

Allora la magia serve tutta perché questa sembrerebbe un’impresa molto ardua. Un’impresa che spesso le istituzioni falliscono, prima fra tutte la scuola, e che i privati a volte intraprendono senza successo. Ed è forse per magia, allora, che in seno alla realtà di MaTeMù, creata e gestita dal CIES Onlus in collaborazione con il Municipio Roma I, nasce la MateMusik band & crew, un ensamble musicale multietnico costituito da giovanissimi talenti che il 15 giugno scorso hanno fatto uscire il loro primo singolo, “Come Te”.
Il brano, che musicalmente si rifà alla Black Music e il cui testo descrive tutto l’ottimismo di chi ha capito che si può gestire finanche la parte più oscura della natura umana, viene pubblicato col duplice scopo di lanciare una raccolta fondi attraverso una campagna di crowdfunding e di anticipare l’uscita di un vero e proprio disco d’esordio che così verrebbe finanziato.

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Ad accompagnare e arricchire l’uscita di “Come Te”, viene pubblicato sulla piattaforma YouTube un videoclip ideato da Andrea Segre e realizzato fra i quartieri romani del Circo Massimo, Colle Oppio, Torpignattara e il Parco degli Acquedotti. Segre è un regista professionista e di successo e professionistica sembra anche la performance artistica dei ragazzi della MateMusikband che lui ha diretto. La cantante del gruppo, Fatou Sokhna, con la sua voce limpida, dà colore e profondità alle parole del testo modulate sulle note vivaci della musica quasi da orchestra scritta da Ludovica Manzo. C’è poi il coro che dà brio alla performance e ci sono le chitarre, il basso elettrico, la batteria, il sax, il trombone e nel ritornello entra anche la graffiante tromba di Ludovico Franco.
La canzone è piacevolmente ritmata e orecchiabile e spinge a ballare e quasi a condividere l’energia positiva che sembra sprigionarsi dal testo e dalla musica. È il racconto di un dialogo ideale fra due persone. Non un normale scambio di pensieri, ma una sorta di confessione intima con i più profondi sentimenti rivelati in prima persona da un narratore ad un interlocutore sensibile che si mostra solidale e confortante. “Come te, io non l’ho amata mai la sua voce che urla”, dice il ritornello: io sono come te, non amo il timbro e la violenza di quella voce interiore che sento quando provo disagio e così nella condivisione anche le parti più difficili e dolorose dell’anima possono essere accettate e gestite.

I ragazzi della band non sono professionisti, sono solo allievi di una scuola inseriti in un percorso educativo partito 5 anni fa e seguito con impegno e dedizione anche a dispetto degli ostacoli posti dal Covid, ma il livello di questo loro primo lavoro sembrerebbe proprio esserlo. Professionale è anche la qualità della registrazione effettuata presso l’Albero Recording Studio da Luca D’Aversa che ne ha curato anche missaggio e mastering e se tanto mi da tanto il disco che ci auguriamo segua non sarà niente di trascurabile. Gli intenti sono quelli di creare un lavoro che raccolga testi e musiche di vario genere, dall’hip hop al jazz al cantautoriale e le speranze, che ci auguriamo non vengano deluse, sono quelle di riuscire ad ottenere un budget tale da poter sostenere le spese di registrazione, missaggio e comunicazione.

Non ci resta che attendere curiosi di scoprire quali traguardi prestigiosi si possano raggiungere se si vincono i pregiudizi che portano a credere che l’arte e il successo non siano alla portata di tutti. “Aiutateci a realizzare un sogno”, dice Claudio Bruno, il bassista della band e noi ci auguriamo che il sogno si realizzi e la magia si compia. Di seguito, nel caso quanto detto finora non vi abbia ancora convinto a sostenere il progetto, riportiamo anche le spiegazioni forniteci dall’Associazione a proposito di questioni essenziali.

Cosa vi ha spinto a realizzare un progetto musicale che non sembra essere solo il risultato tangibile di un percorso educativo, ma che si pone come prodotto di mercato nella veste di un disco realizzato secondo canoni professionali.
I laboratori artistici di MaTeMù/CIES, nel momento in cui diventavano esibizioni o prodotti, hanno sempre mirato a un valore artistico che vada oltre l’aspetto “sociale”. Abbiamo sempre creato spettacoli dicendoci che l’obiettivo fosse un prodotto di qualità, dove il pubblico non applaudisse pensando alla gioventù o alla possibile condizione di disagio dei partecipanti, ma applaudisse un bello spettacolo.
Lo stesso criterio abbiamo seguito quando si è trattato di far uscire un singolo e un videoclip (per questo abbiamo coinvolto un regista pluripremiato come Andrea Segre nella regia). Inoltre, era nostra intenzione far vivere ai ragazzi e alle ragazze un percorso produttivo professionale, in uno studio di registrazione medio-alto, con del personale fonico abituato a produzioni di mercato.
I corsi di musica di MaTeMù, tutti gratuiti, sono su due livelli: un livello principianti che si rivolge anche a chi vuole solo sperimentarsi e “provare”, e un percorso professionalizzante, in cui sono inseriti i giovani che hanno partecipato a questo progetto.

Chi sono i protagonisti di questo progetto, chi li scelti e in base a quali criteri?
Sono i musicisti che da più di 5 anni frequentano la nostra scuola e che stanno seguendo il percorso professionalizzante. Sono anche quelli che sono riusciti a mantenere una grande continuità di interesse e impegno persino nel periodo delle zone rosse del Covid. Hanno storie molto diverse tra loro, come tutti i ragazzi e le ragazze di MaTeMù, che nasce proprio per accogliere tutti e contribuire a pareggiare le opportunità di accesso alla cultura e all’arte. MaTeMù non si rivolge a ragazze/i in condizione di difficoltà, ma a tutte e tutti, perché non vuole essere un ghetto, ma un mix di estrazioni sociali e culturali molto diverse, che si incontrano intorno alla musica e si sostengono in un’idea di comunità e reciprocità. Quindi ci sono ragazzi di ogni tipo e ogni provenienza, che suonano uno accanto all’altra.

Quali sono progetti futuri della band musicale?
Abbiamo tanti progetti e pochi soldi… ahahah. Vorremmo fare un album, di cui “Come Te” è solo il primo singolo, che comprenda le nostre varie anime: quella hip hop, quella jazz, quella cantautoriale e tutte le altre. Per farlo abbiamo bisogno di un budget per lo studio di registrazione, il missaggio, la comunicazione. Per questo abbiamo lanciato un crowdfunding. Poi vorremmo creare un’orchestra di giovani jazzisti, sogno di Carlo Conti, il nostro insegnante di sax e direttore della band, scomparso un anno fa.

In che misura il comune di Roma ha contribuito a realizzarlo, ovvero chi lo ha sponsorizzato, vista la completa gratuità della scuola.
Non riceviamo soldi dal Comune di Roma, ma dal Municipio Roma I, con cui collaboriamo in modo molto intenso e funzionale, ci dà gratuitamente i locali in cui MaTeMù opera e questo è naturalmente un contributo molto grande. A noi compete la manutenzione dei locali stessi. MaTeMù è quindi un esempio di collaborazione riuscita tra Ente locale e privato sociale. I fondi per le nostre attività vengono tutti da progetti che rispondono a bandi di gara italiani e internazionali (fondazioni, fondi europei), in piccola parte da donazioni di privati e aziende, e dal CIES stesso.
In questo momento le attività sono finanziate prevalentemente da: Progetto Doors (impresa sociale con i bambini); Fondazione Charlemagne; Fondazione Alta Mane Italia. Quello che servirebbe a MaTeMù sarebbe non essere legato ai progetti, o non solo, ma funzionare come servizio costante e garantito, indipendente dai bandi.

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