Recensione
Il rock extraterrestre dei Moblon
Ascolta il disco T.I.N.A.
(Bravo Dischi, 2017)
RECENSIONE – Il rock nella sua forma più pura e libera. I romani Moblon nel loro disco d’esordio sperimentano con psichedelie e suoni aspri, trascinandoci in un viaggio allucinato dalle mille sfumature.
Accattivante, avvolgente, a tratti un po’ cupo, T.I.N.A. (che sta per “Tutti i nostri alieni”) è un concentrato di buon rock che sfocia quasi sul progressive. La band passa da folli momenti “free jazz” come Sul muro ad intense e mistiche ballate come Sole, da elettrici pezzi noise come Fuori del giorno alle continue amare variazioni di Giro a largo. Il tutto decorato con cura dall’eclettico pianoforte e dalla voce ruvida di Giulia Laurenzi, una voce che scuote l’anima e che brucia parti di noi invisibili agli occhi.
T.I.N.A. è una brutale riflessione sui nostri giorni, giorni in cui siamo non stranieri, ma proprio alieni persi non nello spazio ma sul nostro caro pianeta Terra, senza più punti fermi, senza più memoria, alla ricerca forse un po’ disperata di un vero senso celato dietro le cose, una forza che ci possa indurre ad andare avanti in questa pazza realtà in cui è difficile riconoscersi. Estraneazione e alienazione che si riflettono nel continuo gioco di tempi, ritmi e parole, nel continuo cambiare marcia, nell’eclettismo musicale dei Moblon che descrive alla perfezione questo mondo così sconosciuto e la confusione di ognuno di noi. Ma non disperiamo: “Tutti i nostri alieni saranno liberi di andare un giorno”.
Un rock acido, che al tempo stesso risulta però elegante e virtuoso. Uno stile libero e spontaneo ma preciso, un connubio esatto tra cuore e testa.
Pungente, sporco, rabbioso e a tratti malinconico, questo primo lavoro dei Moblon mette in luce una band dalle idee già ben chiare, che ha tanto da dire e che ha voglia di spingersi oltre i propri limiti, alla ricerca di un suono innovativo, di qualcosa di nuovo, di futuristico. Alieno.
Lunatico ma deciso, T.I.N.A. è un ottimo inizio, un mattone solido su cui cominciare a costruire. Benvenuti sulla Terra, alieni del rock romano. (Francesca Marini)