CROSSOVER / WORLD MUSIC


POTP – Piccola Orchestra di Tor Pignattara (foto di Ilaria Magliocchetti Lombi)


Musica per giorni migliori


di Ilaria Pantusa

RECENSIONE – Incontrarsi a tredici anni e crescere umanamente e musicalmente insieme, in un quartiere come quello di Torpignattara, uno dei simboli della Roma multietnica e multiculturale che la avvicinano ad altre capitali europee – un po’ più Lavapiés di Madrid che sobborgo di Londra –, e che trascinano la Capitale in quella che è una Storia globale, contemporanea, reale.
Questo succede anche ascoltando la POTP, evoluzione della Piccola Orchestra di Tor Pignattara, collettivo di venti musicisti che hanno tra i 18 e i 22 anni e che, per l’appunto, camminano, suonano e cantano insieme da quando di anni ne avevano tredici, da un’idea di Domenico Coduto e diretta artisticamente da Pino Pecorelli, già cofondatore dell’Orchestra di Piazza Vittorio e produttore artistico del primo EP della POTP, Better days (Ipe Ipe, 2020), uscito lo scorso 24 settembre.

Se la musica doveva farsi strumento d’integrazione, fare gruppo era la logica conseguenza per giungere all’obiettivo: Better days è infatti il frutto del lavoro di una squadra composta da giovani ragazzi e ragazze, figli di coppie miste, minori non accompagnati e italiani/e, con le idee chiare sul tipo di musica da suonare, dato che sono proprio loro gli autori e le autrici degli arrangiamenti e dei testi.

Sono molti i punti di forza, a partire dalla ricchezza di strumenti e generi, aspetto assolutamente non banale se si considera la giovane età dei e delle componenti. È significativo che in apertura ci sia un brano che abbraccia le sonorità rap e hip-hop, Free Like A Bird, al quale viene affidato uno dei messaggi più importanti fra i molti contenuti nell’EP, quello della libertà di essere quel che si vuole, assieme alla necessità di rifugiarsi nell’arte, nella musica e nella scrittura, a volte uniche ancore di salvezza in una realtà spesso desolante, in una città che non sembra fatta per essere vissuta quando si hanno vent’anni (ma neanche trenta o quaranta) e in un mondo in cui comunicare ed essere capiti appare impossibile, eppure si tenta comunque. Ed è da qui, da questa necessità di tentare lo stesso di inviare un messaggio che inizia questo breve ma intenso viaggio insieme alla POTP, viaggio che prosegue con pennellate di reggae, funk, elettronica e ritmi e melodie soavi e più propriamente vicini alla world music, fra cui spiccano Arbre De Miroirs e la title-track Better Days posta in chiusura.

Certo, un lavoro così vario ed eterogeneo non è esente da piccole imperfezioni qua e là, e forse proprio la sua ricchezza di generi può essere considerata un’arma a doppio taglio, perché ad un ascolto complessivo dell’EP può disorientare, in quanto sembra di avere a che fare con un puzzle i cui pezzi non coincidono perfettamente fra di loro. Tuttavia, è anche questo che dà la cifra della qualità, delle sensibilità musicali e delle capacità del collettivo mirabilmente messo insieme e tenuto per mano da Pino Pecorelli.

 

POTP – “Better Days”
(Ipe Ipe, 2020)

Ascolto obbligato: Free Like A Bird; Arbre De Miroirs

 

POTP – Piccola Orchestra di Tor Pignattara

Luca Libonati, batteria
Simone Ndiaye, basso elettrico
Katerina Lopez, chitarra acustica
Marcello Tirelli, pianoforte e tastiere
Mohamed Dia, laptop
Iacopo Teolis, tromba e flicorno
Simone Laici, clarinetto
Nico Casalini, flauto
Donato Di Lorenzo, sax alto
Maurizio Lipoli, voce
Alessandro Di Francesco, voce
Jasper Paches, beat box e voce
Shady Osman, voce
Ilaria Gunn, voce
Gea Di Ciaccio, voce
Godwin Akenwa, voce
Damilola Owolabi, voce
Nives Giovannetti, cori
Silvia Cugini, cori
Sebastian Covalciuc, cori

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