NEW WAVE / POST PUNK
Psicosi di Massa
Troppo new per poca wave
Sentimenti estremi
(Autoprodotto, 2017)
RECENSIONE – Sospeso tra Killing Joke e primi Teatro degli Orrori, il progetto Psicosi di Massa nasce da una costola dei Sufi, capitanati da Andrea Audino alla voce e vede la presenza di Aldo Vallarelli alla chitarra, Renato Micelli al basso, Andrea Fiaschetti ai sintetizzatori e Pierpaolo Audino alla batteria.
La nuovissima band romana si presenta con cinque brani freschissimi, figli di un’incubazione durata appena un anno, che fanno dell’immediatezza e di un’attitudine sanguigna la propria reale carta d’identità. Risale infatti appena allo scorso Maggio la formazione della band, che si inserisce a pieno titolo nella scena post punk romana.
Sentimenti Estremi, sin dall’opener La Razza Umana, trasfigura la vista con un Jaz Coleman in tuta mimetica che urla e marcia sul posto facendo il saluto militare. Parliamo quindi di sonorità affini ai Joke succitati, che non mancano di lasciar intravedere quel sentimento di rabbia tipico della band londinese, stagliato sullo sfondo vagamente politico/antitatcheriano a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta. Gli effetti, l’impianto sonoro e i testi di questo EP ci regalano qualcosa che deve ancora essere perfezionato seppur già molto chiaro, in un paradosso stilistico, laddove sia definita l’identità musicale, non venga definito il reale carattere del gruppo, ma risultando, vista l’estrema gioventù del progetto, del tutto plausibile.
Anima è di certo la traccia più ispirata delle cinque, dove si palesa e giustifica anche l’accostamento ai Bauhaus, complice una linea di basso infernale e un ritmo ossessivo. Le parole di Andrea ‘Andy’ Audino colpiscono con la giusta insistenza invitando ad un ascolto più attento e a premere il tasto repeat. Il progetto c’è, si vede ma per ora il rischio è di assomigliare troppo ad una tribute band che canta in italiano piuttosto che a qualcosa di proprio e personale. Serve tempo.
Inganneremo l’attesa della prossima uscita sulle note di Anima. Ci sembra un buon compromesso. (Simone Vinci)