ALT COUNTRY / FOLK


2Hurt (da sin: Andrea Samonà, Marco Di Nicolantonio, Paolo Spunk Bertozzi, Roberto Leone e Laura Senatore)


Un sole rosso infuocato 


di Angelo D’Elia

RECENSIONE – Per i veterani (o reduci, se preferite) della scena underground capitolina, il nome di Paolo Spunk Bertozzi vuole ancora dire qualcosa. Vuol dire Fasten Belt, innanzitutto, e quindi tutta quella meravigliosa ed esaltante stagione, quando gli anni ’80 cominciavano a volgere al declino, in cui veri e propri pionieri come loro, i Sick Rose o gli Steeplejack, intingevano nell’acido il loro sacro furore punk, mantenendo altissimo il vessillo del garage rock tricolore (No Escape From Acid Hysteria, primo LP dei Fasten Belt, è un ascolto immancabile per ogni amante di questo tipo di sonorità).
Ma il viaggio, come ben sappiamo, non si ferma qui. L’incontro, benedetto dal destino, con la violinista Laura Senatore, ha fatto sì che il nostro rinascesse. La sua chitarra sporca, nervosa, satura, ha trovato un perfetto contrappunto nelle armonie e negli umori roots del violino della talentuosa fiddler romana, dando così vita ai 2Hurt (2 cuori, 2 dolori), che da dieci anni a questa parte sfornano album di inaudita bellezza, all’insegna di un country folk oscuro, fragoroso e psichedelico, incamminandosi per sentieri polverosi battuti da band come Gun Club, Giant Sand e 16 Horsepower.

Questo preambolo era dovuto, se non necessario, per farvi capire bene con chi abbiamo a che fare, quanta maturità ed esperienza si celano dietro ad un lavoro come Vampire Wknd Interview, settimo disco in studio dei 2Hurt (il supporto fisico sarà disponibile dal 20 giugno 2020 – ndr.). Un azzardo, un disco completamente strumentale, che si sostiene su di un equilibrio sottilissimo e che fa dell’incompiutezza non solo cifra stilistica, ma ragion d’essere. Ascoltando questo lavoro, si ha l’impressione di sfogliare un vecchio album di fotografie, una serie di istantanee sonore, fissate nel tempo e nello spazio, dove possiamo soltanto immaginare ciò che succede al di fuori dell’inquadratura. Le composizioni sono brevi, a volte s’interrompono bruscamente, definiscono un paesaggio sonoro, gli danno forma e colore, colmandolo di suggestioni e lasciano all’ascoltatore il compito di riempire il vuoto con il proprio bagaglio emotivo, di provare ad immaginare cosa succede fuori dai bordi.

Ad un primo ascolto, pare che questo disco si regga sul nulla, ma qualcosa ti rimane dentro e per qualche strana ragione hai voglia di riascoltarlo da capo. Ed allora cominci ad accorgerti che la chitarra slide di Spunk – a volte cupa, a volte indolente, a volte talmente malinconica da strapparti il cuore – scava solchi profondi come un canyon.
Ti accorgi che gli intrecci tra violino, chitarre acustiche e pedal steel, creano un tappeto quasi costante, da musica ambientale, e che quindi la componente psichedelica è ancora ben presente, ma tutta in sottrazione e quindi ancor più insinuante ed efficace. Ti accorgi che le chitarre elettriche mancano quasi del tutto, ma quando fanno capolino nel morbido crescendo di No Tears Left To Cry, maledici il demonio ed i 2 minuti scarsi di durata, perché su quel mood ci avresti viaggiato per ore. Ti accorgi che la conclusiva All I Have Is My Town è un distillato di malinconia talmente forte che, ascoltata all’ora giusta, con la giusta luce, potrebbe costringerti a versare quella lacrima che hai sempre rimpianto di esserti risparmiato in passato.

Questo disco, con le sue suggestioni, con i suoi paesaggi desertici, inondati da un sole rosso infuocato, ci risuona tutt’ora nelle orecchie, ed è forse per connettermi a questo immaginario di frontiera che affermo che, tutto sommato, noi di Lester svolgiamo un lavoro molto simile a quello dei cercatori d’oro. C’immergiamo, mani ed orecchie, nel flusso sonoro di questa città, scavando, setacciando, cercando di discernere l’oro dalla fanghiglia. Ecco, questa è una delle pepite più pure e luminose che ci capiti di trovare da tempo.

 

2Hurt – “Vampire Wknd Interview”
(Lostunes Records / Goodfellas, 2020)

Ascolto obbligato: No Tears Left To Cry

 

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