CANTAUTORATO
Emilio Stella
La Roma di Emilio Stella dalla periferia a Francesco Totti
di Ilaria Pantusa
RECENSIONE – Un misto tra cantautore e cantastorie, questo è Emilio Stella, romano affezionato a quella Roma popolare, accattona e gattara, che si manifesta in ogni angolo di quartiere, pure in quelli alti, anche se lì i gatti randagi ce li immaginiamo mangiare aragoste, invece che scatolette. Stella invece resta incastonato (e incastrato) fra la periferia e la Pontina, famigerata strada che dà il titolo ad uno degli undici brani contenuti in questo suo Suonato, uscito per Goodfellas lo scorso 14 settembre, e al massimo fa un tuffo nel mare della Calabria, il luogo d’origine della sua famiglia, con Terra di Calabria.
Suonato si muove tra alti e bassi, sia a livello emotivo che di risultati. Si apre con un brano malinconico e intenso il cui titolo parla da solo, Pesa più un ricordo di un vinile, prosegue con un brano energico, una canzone-manifesto, Attenti al cool, programmatica fin dal titolo, nella quale Emilio Stella afferma senza troppi giri di parole che la musica che gli piace fare esula dalle categorie in voga ora, la sua è musica “né indie né mainstream” e non si preoccupa di definirsi in alcun modo.
Noi, però, un tentativo possiamo farlo e allora diciamo che la sua musica deve molto al genio di Rino Gaetano, sia sul versante melodico che su quello, però inarrivabile, dei testi. È una musica, quella di Stella, che cerca di restare in bilico su diversi fili, con uno sguardo al passato e un altro fuori dal tempo, per cercare di stare il più possibile nei panni, non sempre comodi, del presente.
Il disco va avanti raccontando la periferia con la storia di un’accattona, Marcella, e con La gattara, in cui duetta con Giulia Anania, si perde però nella retorica di Gli alieni siamo noi e di Pontina, ma recupera terreno quando in Maledetto tempo si mette nei panni di un mito contemporaneo della romanità, Francesco Totti, raccontandone la carriera in modo intimo e commosso, dagli esordi all’addio al calcio giocato, che lo scorso anno a tutti ha fatto scendere una lacrima.
L’ironia è la cifra dello stile di Emilio Stella e lui ne fa lo strumento d’elezione dei suoi racconti un po’ scanzonati, in un disco che ci offre un ennesimo scorcio su una città, Roma, che non ci stancheremo mai di osservare e scrutare a metà fra l’ammirazione e il disincanto.
Emilio Stella – “Suonato”
(Goodfellas, 2018)