ROCK BLUES


The Blues Against Youth

Blues against Evil

di Angelo D’Elia

RECENSIONE – Sarebbe opportuno fare qualche precisazione riguardo all’artista di cui andiamo a trattare. Se vi è capitato, nel corso degli anni, di incrociare il cammino di The Blues Against Youth (che chiameremo TBAY, d’ora in poi), di assistere ad uno dei suoi innumerevoli show – qui a Roma, in Italia o anche in giro per il mondo –, sarete abituati a vederlo da solo, ad armeggiare sapientemente sulla sua chitarra e a pestare il ritmo sui tamburi, in quella che è la classica iconografia del one man band. Ma, ascoltandolo con attenzione, Gianni TBAY non è pienamente ascrivibile a questa scena, che fa della sana follia, della distorsione e di una carica iconoclasta squisitamente punk, la sua ragion d’essere e che quindi mal si sposa con l’approccio roots e con quella laconica indolenza tipicamente country con cui si presenta il nostro.

Insomma, ascoltando TBAY, più che i Cramps o l’intramontabile Bob Log III, a venire alla mente sono Hank Williams e Jimmy Reed. Sensazione, questa, che si fa sicurezza avendo tra le mani (e nello stereo) Evil Flatmates, sua ultima release di freschissima uscita.
Questa volta, l’ausilio di una vera band si fa sentire, permettendo una varietà ed una profondità di scrittura fino ad ora solamente sfiorata. Si può tranquillamente affermare che questo lavoro segna un fondamentale punto di svolta. Un disco di sano roots rock, dove country, blues e folk si fondono in una sapiente mistura, con una chitarra in primissimo piano che sa essere frenetica e nervosa, ma anche languida e, in alcuni casi, struggente. Il tutto, ammantato da una strana ed opprimente aria di cupezza, come se il diabolico compagno di stanza del titolo stesse sempre lì, nell’angolo più oscuro e spaventoso della casa, a scrutarci con occhi di fuoco fin nel profondo dell’anima.

Questa soffocante presenza la avvertiamo sia quando la casa è in piena festa, come nel pezzo d’apertura Injectors, un coinvolgente stomp blues impreziosito dalla ruspante armonica di Victor Sbrovazzo, sia quando usciamo a prendere un po’ d’aria, verso la nostra bettola preferita con Tucano Bar Club, che omaggia l’outlaw country più sporco e barricadero. Ma è quando rimaniamo da soli, al buio, in quella casa sempre più grande e spettrale, carica di ricordi, bottiglie rotte e rimpianti, che il nostro demoniaco compagno arriva a ghermirci: l’unico modo per ricambiare l’abbraccio, è mettere al dito il collo di una di quelle bottiglie e farlo scivolare sulle corde della chitarra (I’ve seen your eyes, they’re charming).

In ogni caso, Evil Flatmates è un disco profondo, estremamente strutturato, che segna un inequivocabile passo in avanti, da cui non si può e non si deve tornare indietro. In tal proposito, caro Gianni, ti abbiamo visto suonare dal vivo, hai una voce calda e duttile, soprattutto, hai una TUA voce; quindi, non offenderla con filtri e distorsioni, lasciala fluire, anche perché il Demonio lo si affronta a carte scoperte, non lo puoi ingannare.

The Blues Against Youth – “Evil Flatmates”
(Annibale Records, 2019)

 

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