FESTIVAL
L’evento verrà trasmesso per intero sul canale 177 del digitale terrestre e su Odeon TV il 26 dicembre e il 2 gennaio alle 16.30
di Francesca Moschetti
Si è conclusa a mezzanotte passata del 21 dicembre scorso la serata finale della 15a edizione del Roma Music Festival, la kermesse canora romana ideata dal patron, produttore e autore musicale, nonché presidente dell’AMNI (Associazione Nazionale Musicisti Italiani) Andrea Montemurro e fortemente voluta per dare spazio alla musica degli artisti emergenti. Quest’anno si è svolta al teatro Degli Eroi ed è stata magistralmente condotta dal giornalista radio televisivo e direttore artistico del festival stesso Stefano Raucci. Sul palco si sono avvicendati 38 giovani artisti provenienti da diverse aree geografiche italiane e selezionati fra ben 1000 iscritti: 16 cantautori, 16 interpreti e 6 band. Una sfida importante per tutti loro che si sono esibiti davanti ad una giuria molto qualificata, in una competizione che li ha visti protagonisti assoluti. Fra i giurati, nomi autorevoli del panorama musicale italiano come i maestri chitarristi Roberto Fabbri, Fabio Micera e Mauro Romiti, l’attore e docente di arti sceniche Graziano Galatone e i giornalisti Simona Di Fabio e Ivan Mazzoletti. C’era molta attesa e molto entusiasmo in sala e anche tanta emozione. I concorrenti sono stati valutati secondo i criteri dell’intonazione, della presenza scenica e dell’interpretazione e a ciascuno è stato attribuito un punteggio da 0 a 10.
Prima ad esibirsi la cantautrice romana Bibidea, che ha interpretato in modo emozionante il suo brano originale, intonandolo con una bella voce limpida e forte. Un testo intimista come molti altri, direi la gran parte, testi che narrano storie personali di esistenze difficili, di dubbi, di incertezze, di conflitti tipici giovanili, ma non solo. I generi musicali ai quali gli artisti si sono ispirati, hanno spaziato dal pop al rock all’hip hop, da musicalità latino-americane a canzoni più melodiche. Fra i cantautori si è distinto Edoardo Borghini, da Livorno, che ha cantato Dudu, un pezzo molto originale, fresco, ritmato e spiritoso. Un testo irriverente e provocatorio interpretato con molta ironia. Borghini ha vinto il premio New Hit di Plus Magazine mentre, per la sua categoria, il premio della giuria è andato alla cantautrice napoletana Io Sono Rama che ha proposto la canzone Zero Volume. Brava e sicura sulla scena, vigorosa ed energica, ha cantato una canzone originale con un testo che parla di Napoli e delle sue contraddizioni.
Il primo premio per la categoria interpreti è stato assegnato invece a Muja, una ragazza di origini salentine ma residente a Roma che ha cantato C’hai Presente, facendo omaggio, col titolo in romanesco, alla sua città adottiva. La canzone, scritta da Mauro Girardi, parla di un grande amore ormai finito ed è stata interpretata in modo convincente dalla giovane artista che ha dato prova di grande talento. Con questo brano Muja ha vinto anche il premio Radio Radio, sbaragliando gli altri concorrenti che, tuttavia, non sono stati meno bravi e in alcuni casi anche molto coraggiosi nell’interpretare in modo personalissimo grandi successi internazionali del passato e del presente.
Fra le band in gara, provenienze davvero diverse, ma unico entusiasmo, stesse speranze e grandi talenti. Con le band si va sul rock e l’atmosfera si fa più frizzante. Anche fra i giurati c’è chi non può far a meno di battere il ritmo di canzoni belle, ben cantate ed interpretate con voci e timbri diversi. Da Velletri ha vinto il primo premio della giuria Waterproof con I Got You, una canzone rock blues ben interpretata e molto orecchiabile. Si sono distinti anche i Puzzle da Eboli con la canzone Per Non Affogare, originale e coinvolgente e che ha vinto il premio Nuove Sonorità Quotidiano Giovani. Lavinia Fiorani con Lividi si è aggiudicata invece il premio AMNI e, infine, il premio speciale Nuove Proposte è andato alla giovanissima Viola Krainz, appena quindicenne, che ha cantato con grinta e con gran talento I Don’t Wanna Be Anymore.
Nel consegnare i premi il maestro Fabbri ha voluto sottolineare il suo apprezzamento per l’energia che questi gruppi hanno mostrato di avere e ha incoraggiato i ragazzi tutti a non arrendersi poiché “chi crede in se stesso prima o poi arriva”. Mentre Macera ha incitato i giovani presenti a continuare a scrivere e a cantare “perché la musica è verità”. Lo stesso Montemurro ha precisato che il festival non vuole essere un trampolino di lancio né una garanzia di successo, ma uno spazio di visibilità per dare “speranza e prospettive a chi vuole fare musica di qualità”. E qualità se ne è vista tanta.
L’entusiasmo di questi giovani musicisti fa ben sperare che la musica continui ad essere quel meraviglioso linguaggio dell’anima che consente, a chi la fa, di esprimere le più profonde emozioni in modo intellegibile per tutti coloro che sono disposti a coglierle in uno speciale dialogo intimo che oggi più che mai va promosso, anche per contrastare la sempre maggiore e dilagante solitudine che colpisce le persone e, soprattutto, i giovani. La musica avvicina, mentre spesso la tecnologia e i social media che irrompono nella vita di tutti, allontanano e creano dei finti sogni di gloria che nulla hanno a che vedere con l’impegno, la creatività e il talento di tanti artisti italiani che stentano a farsi ascoltare sui canali ufficiali, ma che grazie ad iniziative così meritorie possono avere una possibilità per esprimersi e farsi conoscere.
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